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L’Arpacal vuole smantellare i laboratori vibonesi. L’appello dei dipendenti

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Nel nome della Spending-rewiev si taglia a Vibo e si trasferiscono le competenze in altre province, ma la Giunta regionale non ha ancora dato il via libera definitivo

La bozza del nuovo regolamento di organizzazione dell’Arpacal è già sul tavolo dell’esecutivo regionale per il via libera definitivo. Una riorganizzazione che già fa discutere perché comporterebbe delle gravissime ripercussioni per il Vibonese, il territorio provinciale più piccolo della Calabria ma anche quello a maggiore vocazione turistica. Con una tratto di penna verrebbero infatti aboliti gli unici due laboratori bionaturalistico e chimico presenti in provincia con conseguente svuotamento del Dipartimento provinciale ed un ulteriore depauperamento del territorio.

Lettera aperta. Per scongiurare un’eventualità che penalizzerebbe un’area già alle prese con notevoli criticità, scendono in campo i dipendenti dell’Arpacal di Vibo. “Con delibera C.S. n. 547 del 26.07.2017, pubblicata all’Albo on-line in data 08/08/17, l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente (Arpacal) ha approvato – scrivono in una nota – la bozza del nuovo regolamento di organizzazione per il funzionamento dell’Agenzia che adotta cambiamenti e trasformazioni sostanziali alle attività territoriali finora gestite dai dipartimenti provinciali, fin dalla loro istituzione (anno 2000). Ciò comporterebbe inevitabili ripercussioni negative sul territorio regionale ed, in particolare, sul territorio della provincia di Vibo Valentia. Sarebbero, infatti, radicalmente smantellati i due unici laboratori bionaturalistico e chimico del Dipartimento Provinciale di Vibo Valentia, le cui competenze analitiche sarebbero trasferite ai laboratori dei Dipartimenti di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, dove invece verrebbero creati ulteriori 4 laboratori chimici”.

Spendig-review. In nome della tanto famigerata spending-review, il taglio alla spesa pubblica, i laboratori vibonesi verrebbero smantellati e trasferiti in altre province. Secondo quanto denunciano i dipendenti dell’Arpacal, sarebbero gli unici che dovrebbero immolarsi sull’altare della spending-review per razionalizzare i costi e contenere le spese. “Se fosse operativa tale ipotesi – si legge nella nota inviata tra gli altri anche al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio – il Dipartimento di Vibo Valentia, con l’eliminazione dei suoi laboratori di analisi, sarebbe di fatto l’unico a subire un reale svuotamento di competenze e funzioni”. Al contrario di quanto si vorrebbe fare, il Dipartimento vibonese andrebbe invece ulteriormente potenziato “per il fatto – sostengono i dipendenti Arpacal – che ingloba il tratto di costa a maggiore vocazione turistica di tutta la Calabria, per le criticità che lo caratterizzano e che spesso impongono di operare in emergenza. Quanto ipotizzato, oltre ad essere in pieno contrasto con la ratio legislativa della istituzione dell’Arpacal (L.R. n. 20/1999 e s.m.i.), costituirebbe l’ennesimo colpo inferto ad una provincia già penalizzata e già ultima nelle classifiche nazionali per l’efficienza dei servizi”.

Sindacato sotto accusa. Ma quello che maggiormente suscita preoccupazione e meraviglia in tutta questa vicenda è “la scarsa attenzione” e “l’assenza di risposta” delle forze sindacali, “a fronte di una sensibilità – sottolineano – manifestata da una parte delle forze politiche; una realtà purtroppo amara che fa rimpiangere i tempi andati quando il sindacato costituiva un concreto punto di riferimento di legittime istanze dei cittadini per la tutela dei diritti dei lavoratori e per il bene, la salvaguardia e lo sviluppo del territorio. Con la speranza che domani non dovremo consolare qualcuno che ipocritamente verserà a posteriori lacrime di coccodrillo, ancora si è in tempo, se c’è la volontà ed il legittimo interesse politico, per recuperare quanto dovuto al territorio di Vibo Valentia, ai cittadini ed ai lavoratori”.

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