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Stop ai ripescaggi in Lega Pro. Vibonese e Rende “condannate” alla Serie D

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Il Consiglio federale ritiene non idonea la fideiussione dei biancorossi e respinge la richiesta di riapertura ai ripescaggi. A Caffo e Beccaria non resta che il ricorso al Tar del Lazio

di MIMMO FAMULARO

Niente ripescaggio. Né per la Vibonese e neanche per il Rende. La doccia fredda è doppia al termine del Consiglio federale che ha riunito le varie componenti della Federcalcio. Alla fine è passata la linea del presidente Carlo Tavecchio. 

Fideiussione non idonea. Ottiene il ripescaggio in Lega Pro solo la Triestina mentre il Rende deve arrendersi alla realtà proprio mentre si apprestava a stappare lo spumante e a brindare al ritorno tra i professionisti. Gli organi di controllo della Figc hanno infatti ritenuto non idonea la fideiussione presentata bocciando quindi la domanda di ripescaggio.

Lega Pro a 56. Saranno dunque tre le squadre calabresi ai nastri di partenza nella prossima stagione calcistica: Catanzaro, Cosenza e Reggina. Niente da fare neanche per la Vibonese, tradita dalla Lega di Serie D che ha votato compatta con Tavecchio e dall’Assoallenatori (posizione diametralmente opposta a quella dell’Associazione calciatori). Sconfitta invece la linea di Gravina che voleva mantenere il format a 60 squadre riaprendo i ripescaggi alle società virtuose. E’ passata quella di Tavecchio con 56 società ai nastri di partenza e i ripescaggi bloccati in prospettiva di una riforma dei campionati. In questi giochi di politica sportiva sono rimaste stritolate Vibonese, Forlì e Lumezzane, costrette a ripartire dalla Serie D.  Al club rossoblù non resta ora che il ricorso al Tar del Lazio per far valere i propri diritti e i propri interessi, ma la situazione si complica notevolmente. Caffo e Beccaria non possono perdere altro tempo e devono muoversi sul mercato per dare a Campilongo i rinforzi necessari per affrontare il prossimo campionato di Serie D con una squadra competitiva. 

Frattura con l’Assocalciatori. I motivi della mancata riapertura dei ripescaggi, decisa oggi dal Consiglio federale della Figc, hanno causato un nuovo ‘Aventinò dell’Assocalciatori, i cui vertici a partire dal presidente Damiano Tommasi, sono usciti anzitempo dalla riunione per protesta. Tra le altre motivazioni della protesta dell’Aic, vi è anche la decisione di posticipare i termini di pagamento delle mensilità di giugno a metà settembre. “Essere presi in giro non fa piacere, per la categoria che rappresentiamo meritiamo un altro trattamento. Non è bellissimo far parte di questa Federazione», ha tuonato all’uscita Tommasi, preannunciando che l’Aic non prenderà parte alle prossime riunioni de Consiglio federale”.

 

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