Cronaca

Fatture false per frodare il fisco, tre imprenditori indagati nel Catanzarese

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La Guardia di finanza ha eseguito sequestro preventivo per oltre 1,3 milioni di euro nei confronti di tre imprenditori operanti nel settore edilizio

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro hanno eseguito tre misure cautelari reali nei confronti di altrettanti imprenditori operanti nel settore dell’edilizia. Il provvedimento emesso al gip Pietro Carè su richiesta del sostituto procuratore Andrea Mancuso coordinato dal procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri, ha portato la sequestro preventivo “per equivalente” di oltre 1,3 milioni di euro. L’operazione si è articolata in due province: Catanzaro e Milano.

Le indagini. Le attività investigative condotte dalla Guardia di finanza hanno consentito di accertare un meccanismo delittuoso incentrato sulla emissione di fatture per operazioni inesistenti. In particolare, mediante una serie di triangolazioni e l’interposizione fittizia di una società “cartiera”, i tre imprenditori indagati si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, dei reati di emissione e utilizzo di oltre 450 fatture false, in 4 anni d’imposta, per un valore di oltre 3,4 milioni di euro. Secondo le indagini, scaturite da un controllo dell’agenzia delle entrate, svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria – gruppo tutela entrate – e dirette da questo ufficio, la ditta individuale Bryd Costruzioni (società cartiera) emetteva fatture per operazioni inesistenti in favore della ditta Edil laterizi trasporti, che a sua volta emetteva fatture false nei confronti della ditta Thema impianti. Il modus operandi architettato dalle tre ditte di Sellia Marina avrebbero consentito di scaricare ingenti oneri fiscali (fittizi) sulla società cartiera, la quale ometteva non solo di adempiervi ma anche di presentare le relative dichiarazioni fiscali, consentendo così alle altre due società coinvolte di abbattere la base imponibile ai fini delle imposte dirette, aumentando i costi, e di creare di conseguenza crediti Iva, da vantare nei confronti dell’erario, in realtà non spettanti.

Il sequestro. Le misure cautelari reali, ammontanti ad oltre 1,3 milioni di euro, hanno riguardato disponibilità finanziarie, beni mobili e beni immobili riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-finanziari e alle indagini patrimoniali svolte dai finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro.

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