Cronaca

Attentati a carabinieri nel 1994, le rivelazioni degli autori e quelle di Gaspare Spatuzza

frames-video-operazione-polizia-di-stato-reggio-calabria.jpg

Giuseppe Calabrò e Consolato Villani sono gli esecutori materiali del duplice omicidio degli appuntanti Fava e Garofalo. Dopo l’arresto sono divenuti collaboratori di giustizia. Il pentito siciliano era invece il braccio destro del boss Graviano

Hanno confessato di essere stati gli autori degli attentati ai carabinieri di Reggio Calabria, ma non hanno mai indicato quello che, per inquirenti ed investigatori reggini, è stato il vero movente, ovvero un attacco stragista allo Stato coordinato con Cosa Nostra.

Pentiti. Giuseppe Calabrò e Consolato Villani – quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti – dopo l’arresto sono divenuti collaboratori di giustizia. Calabrò, tuttavia, ha sostenuto che l’agguato sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria del 18 gennaio 1994, in cui morirono gli appuntati Antonino Fava e Giuseppe Garofalo, fu una reazione per timore che potessero fermarli mentre, a bordo di un’auto, trasportavano armi.  Recentemente, il 27 maggio 2016, Villani, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia a Palermo ha riferito che aveva chiesto il perché degli agguati ai carabinieri a Calabrò e che questo gli aveva riposto che “stavamo facendo come la banda della Uno bianca: attaccavamo lo Stato”. Villani ha anche riferito di essere stato lui, su disposizione di Calabrò, a fare una telefonata in cui si rivendicava l’attentato costato la vita a Fava e Garofalo in cui disse “questo è solo l’inizio”.

Le rivelazioni di Gaspare Spatuzza. A parlare nel 2010 del possibile ruolo di Cosa Nostra nell’uccisione di Fava e Garofalo fu il pentito Gaspare Spatuzza ai magistrati Antonino Ingroia e Nino Di Matteo che indagavano sui misteri della trattativa fra Cosa Nostra ed esponenti delle istituzioni. Davanti ai pm, il braccio destro dei Graviano parla del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma dove Cosa Nostra voleva far saltare in aria due pullman di carabinieri e dichiara: “Graviano mi disse che dovevamo fare la nostra parte perché i calabresi si sono mossi uccidendo due carabinieri e anche noi dovevamo dare il nostro contributo. Il nostro compito era abbattere i carabinieri e quello era il luogo dove potevano essercene molti, almeno 100-150”. 

L’attentato.  Gli appuntati scelti dei carabinieri Vincenzo Garofalo e Antonino Fava furono crivellati di proiettili il 18 gennaio 1994, mentre, a bordo dell’auto di servizio, percorrevano l’autostrada A3 nel tratto Bagnara-Scilla. I killer li affiancarono con un’altra vettura e fecero fuoco, senza lasciare loro scampo. Entrambi prestavano servizio al comando provinciale dell’Arma di Reggio Calabria ed erano stati assegnati al Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palmi. Subito, negli ambienti investigativi, circolò l’ipotesi che l’attentato fosse un “segnale” dei clan calabresi e siciliani alle istituzioni. Le cronache di quei giorni evidenziavano possibili attacchi a obiettivi istituzionali pianificati da ‘Ndrangheta e Cosa Nostra e si parlò di un pool di magistrati messinesi che quello stesso giorno erano stati nel carcere di Palmi per interrogare un pentito di mafia, Luigi Sparacio, come possibile bersaglio delle “famiglie” delle due sponde dello Stretto. Fava e Garofalo avrebbero dovuto scortare i magistrati, ma l’interrogatorio si protrasse oltre il previsto, per cui all’equipaggio dell’auto dell’Arma furono impartite disposizioni affinchè’ effettuasse un ricognizione sull’A3 in attesa di tornare dai magistrati e prenderli in consegna fino agli imbarcaderi di Villa San Giovanni da dove si sarebbero imbarcati verso la Sicilia. L’agguato scattò a circa 3 chilometri dallo svincolo autostradale di Scilla (Rc). I malviventi spararono decine di colpi di mitra dalla loro auto, poi scesero e finirono le vittime, ormai inermi. Il corpo di Fava fu trovato con il mitra in mano, segno di un disperato, inutile tentativo di rispondere al fuoco. 

LEGGI QUI | ‘Ndrangheta stragista dietro gli attentati ai carabinieri del 1994, arrestati due boss (FOTO)

Più informazioni