Cronaca

Relazione Dia, le cosche di Lamezia e i legami con i clan vibonesi e di San Luca

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Ecco la mappa della ‘ndrangheta in provincia di Catanzaro. L’influenza del clan Grande Aracri sul territorio catanzarese e gli interessi delle ‘ndrine nel Soveratese

“La mappa della criminalità organizzata presente sul territorio della provincia di Catanzaro non risulta aver subito significativi mutamenti rispetto al passato. Permane, infatti, nell’area, l’influenza del clan Grande Aracri, di cui sono noti gli interessi protesi alla realizzazione di una “struttura” in cui far confluire tutte le ‘ndrine dei territori limitrofi a quelli di Cutro, oltre a quelli operanti nel capoluogo di Regione”. Inizia così la relazione semestrale della Dia nella parte che interessa Catanzaro e provincia. Persiste quindi la strategia, già segnalata dalla Direzione nazionale antimafia, del clan Grande Aracri di realizzare una “struttura paritetica alla provincia reggina chiamando alla partecipazione tutti gli esponenti dei territori ricompresi nel distretto, con eccezione del solo circondario di Vibo Valentia, lasciato – viceversa – alla competenza criminale di Reggio Calabria”- Un disegno che avrebbe voluto realizza Nicolino Grande Aracri prima del suo arresto e che stato svelato da alcuni collaboratori di giustizia. Le mire espansionistiche del clan Grande Aracri trovano conferma in altre operazioni condotte nel corso del semestre preso in considerazione dalla Dia: l’operazione Borderland conferma voglia di sconfinare del clan di Cutro.

La mappa della ‘ndrangheta a Lamezia. Un’attenzione particolare è riservata al comprensorio di Lamezia Terme, più volte colpito negli ultimi mesi da inchieste giudiziarie. La città della piana viene – convenzionalmente – distinta in tre zone nella relazione della Dia appannaggio dei gruppi Iannazzo (egemone a Sambiase, Sant’Eufemia e nella frazione industriale di San Pietro Lametino), Torcasio-Cerra-Gualtieri (operativi nel centro storico di Nicastro e a Capizzaglie) e Giampà (aree limitrofi di Nicastro e via del Progresso) cui si affiancano formazioni definite minori. “La ‘ndrangheta lametina – si legge del report – vanta da sempre rapporti con le varie articolazioni della famiglia Mancuso di Limbadi. Nel caso dei Cerra-Torcasio-Gualtieri i rapporti intercorrono con le ‘ndrine di San Luca e con soggetti di origine albanese, strumentali all’approvvigionamento di stupefacenti”. La pressante attenzione investigativa avrebbe invece inciso efficacemente sugli assetti mafiosi frenandone le mire espansionistiche nel comprensorio della piana lametina. 

La ‘ndrangheta nel ionio soveratese. La relazione si sofferma poi sulla presenza di organizzazioni criminali ritenute di “rilevante spessore” nel basso ionio catanzarese dove persiste quasi incontrastata la “locale” che fa capo alla famiglia Gallace di Guardavalle, alleata con le cosche reggine Ruga-Metastasio e Leuzzi, gruppo che ha esteso la propria influenza sul restante territorio soveratese. Nel territorio delle pre-serre, con riferimento ai comuni di Chiaravalle e Torre Ruggiero, risultano attive le famiglie Iozzo-Chiefari mentre a Borgia e a Roccelletta di Borgia figurano i Caterisano-Abbruzzo-Gualtieri-Cossari.