Cronaca

Vibo e il business dei migranti, un affare da un milione e mezzo di euro al mese

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All’improvviso il Vibonese si è trasformato da capitale del turismo a terra dell’accoglienza. Associazioni e  cooperative gestiscono diversi centri all’interno di alberghi e residence

di MIMMO FAMULARO

C’è un business che non conosce crisi nel Vibonese. E’ quello che ruota intorno all’accoglienza dei migranti. Un giro di affari colossale gestito da associazioni e cooperative sociali, spesso riconducibili ad esponenti politici trasformatisi nell’emergenza in imprenditori. E, a differenza di quanto accade in altri settori, i conti tornano sempre perché il business dei migranti va oltre i parametri di Maastricht o del rapporto Deficit-Pil. Da Bruxelles piovono euro a valanga che finiscono in una delle province più povere d’Italia ma con il maggior numero di migranti in relazione alla popolazione residente.

I numeri. Sono circa 1500 i profughi ospiti delle varie strutture di accoglienza presenti sul territorio. Ognuno di loro genera una diaria giornaliera di 33 euro (per i minori stranieri non accompagnati si va oltre i 45 euro) che moltiplicati fanno oltre 50 mila euro al giorno. Un volume di affari di circa un milione e mezzo al mese che, inevitabilmente, potrebbe attirare gli appetiti della ‘ndrangheta e per questo il monitoraggio delle forze dell’ordine, su impulso della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è continuo e costante.

Dal turismo all’accoglienza. Un tempo capitale del turismo calabrese, a Vibo e dintorni c’è chi ha preferito trasformare villaggi, residence e alberghi in strutture di accoglienza e chi ha lasciato una professione avviata per dedicarsi al business della solidarietà. Il tutto esaurito nei vari centri è garantito per tutto l’anno con introiti che generano anche occupazione facendo crescere un Pil altrimenti depresso da un economia stagnante. Gli affari si dislocano su più livelli. Ci sono i Cas, ovvero i centri di accoglienza straordinari, destinati ad ospitare i migranti adulti in attesa di asilo politico. In provincia di Vibo Valentia sono due e garantiscono poco più di seicento posti. Il più grande si trova a Briatico, tra l’ex Hotel Costabella e i residence di Torre Sant’Irene. A gestirli è l’Associazione Monteleone di Vibo Valentia, in prima linea nell’accoglienza dei migranti praticamente dalle origini dell’emergenza. Il proprietario di queste strutture alberghiere è un imprenditore reggino che da anni vive ed investe sulla Costa degli Dei. Si chiama Costantino Trimboli è recentemente ha acquistato all’asta il 501 Hotel. Dal mare alla montagna il business dell’accoglienza è gestito dalla Cooperativa Stella del Sud di San Nicola da Crissa, titolare dell’altro Cas provinciale che ha sede a Brognaturo, in un altro ex hotel, il Lacina. Nel verde delle Serre vibonesi sono 150 i migranti che soggiornano in questa struttura in attesa di ottenere lo status di rifugiato.

Il nuovo bando. Al momento lavorano in proroga perché il nuovo bando se lo è aggiudicato una cooperativa di Agrigento che ha individuato un albergo in disuso di Nicotera come sede dove far soggiornare i migranti sbarcati al porto di Vibo Marina. L’associazione Monteleone e la cooperativa Stella del Sud sono giunte al secondo ed al terzo posto. La gara, promossa dalla Prefettura di Vibo, è però sub-judice e la graduatoria ancora provvisoria per via di un ricorso presentato al Tar da una coop di Roma.

Migranti minoriLa rete degli Sprar. I Cas rappresentano il primo livello dell’accoglienza. Il percorso di integrazione vero e proprio inizia quando il migrante lascia i centri di accoglienza straordinari e diventa profugo entrando nel circuito Sprar, acronimo di sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Nel Vibonese sono diversi per un totale di duecento posti. Il più importante si trova ad Arena e nasce in consorzio con i comuni di Dasà, Mongiana e Serra San Bruno. I servizi sono garantiti dalla Cooperativa Sud per l’Europa con sede legale a Mileto, la stessa che gestisce strutture simili a Jonadi (24 posti) e in località Maiata a Vibo (40). Un’altra coop con sede a Lamezia Terme, l’Atlante, porta avanti lo Sprar di San Gregorio d’Ippona (30 posti) mentre la Media Glob lavora a Filadelfia (25) e la Coris a Fabrizia, unico centro per minori non accompagnati che hanno ottenuto l’asilo politico. Struttura di appena dieci posti, ovviamente tutti occupati perché l’emergenza in provincia è soprattutto quella dei baby-profughi assegnati ai servizi sociali del Comune di Vibo Valentia, destinatario di un finanziamento di 4 milioni di euro che servirà alla creazione di uno Sprar cittadino destinato proprio a loro. Quasi duecento i posti a disposizione. Coop e associazione attendono il bando per partecipare ad una gara molto attesa e destinata a generare nuovo business. Nel frattempo a palazzo “Luigi Razza” il sindaco Elio Costa ha creato l’assessorato comunale all’immigrazione, ma questa è un’altra storia.

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