Cronaca

Scandalo all’Asp di Catanzaro, in sei si difendono. Marino e Lanatà muti davanti al gip

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Gli avvocati di alcuni degli indagati accusati a vario titolo di peculato e favoreggiamento hanno chiesto la revoca della misura interdittiva. Slitta a lunedì l’interrogatorio di Grillone

Sono comparsi davanti al gip otto dei nove indagati, tra dirigenti, impiegati e collaboratori, raggiunti da misure restrittive,  travolti nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Asp di Catanzaro, che ha portato la Guardia di finanza a notificare il 17 luglio scorso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico del direttore del servizio informativo Giuseppe Romano, di Ieso Rocca dipendente addetto al servizio informativo aziendale e sette misure restrittive con la sospensione immediata dal pubblico ufficio per la durata di un anno. Si tratta del direttore dell’Unità operativa gestione risorse economiche Francesco Francavilla (difeso dal legale Enzo Ioppoli), il dirigente medico Maurizio Rocca, con funzioni di coordinamento e vigilanza delle attività dell’Asp (difeso dall’avvocato Eugenio Perrone), i dipendenti addetti al servizio informativo aziendale Silvia Lanatà, Giuseppe Fazio, Dario Marino , l’addetto alla gestione di spesa Francesco Grillone e il direttore dell’Unità operativa gestione risorse economiche Giuseppe Pugliese, assistito dal legale Francesco Laratta. Si sono difesi quasi tutti  dalle accuse loro contestate,  che vanno, a vario titolo, dal peculato aggravato al favoreggiamento personale, fornendo la loro versione dei fatti nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Catanzaro Barbara Saccà. Interrogatori che sono durati in media un’ora ciascuno. Si sono avvalsi, invece,  della facoltà di non rispondere Dario Marino e Silvia Lanatà. Alcuni legali tra cui gli avvocati Francesco Laratta ed Eugenio Perrone hanno chiesto la revoca della misura interdittiva per i loro assistiti, producendo documentazione che proverebbe la loro innocenza. Pugliese, tra l’altro durante “l’interrogatorio ha spiegato come le stesse intercettazioni forniscano la prova di aver sempre curato gli interessi dell’Azienda sanitaria provinciale”. L’interrogatorio di Francesco Grillone difeso dal legale Gregorio Viscomi è slittato a lunedì.

Le indagini. L’inchiesta ha consentito di accertare l’indebita appropriazione e distrazione di fondi della comunità europea, concessi alla locale Asp per la partecipazione al progetto “StopandGo”, che ha coinvolto diversi partner europei. L’obiettivo del progetto, cofinanziato dalla Commissione europea nel 2013 per oltre 760mila euro, è quello di definire un modello europeo per migliorare il sistema di forniture pubbliche di beni e servizi socio- sanitari a beneficio della popolazione anziana, anche con l’approvvigionamento di servizi potenziati, per garantire sistemi domiciliari più tecnologici. Investigatori e inquirenti hanno accertato lo sperpero di fondi da parte degli indagati una volta ottenuta l’anticipazione finanziaria dall’Ue per un ammontare di oltre 300mila euro. Nel mirino della procura di Catanzaro sono finiti anche Caterina Simonetta, Francesco Papaleo, Damiano Congiusta, dipendenti dell’Azienda sanitaria di Catanzaro, non raggiunti da alcuna misura, accusati di essersi prestati a ricevere indebitamente compensi senza svolgere alcuna attività relativa al progetto.

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