Cronaca

Beni confiscati alle ‘ndrine, polemica sindaco-prefetto a Vibo. Scatta un’indagine

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Forze dell’ordine negli uffici dell’ente durante la mattinata di ieri per prelevare atti connessi ad immobili confiscati 

Si torna a parlare di beni confiscati. E le forze decidono di vederci chiaro in merito ad immobili che, pur sottratti alla disponibilità delle cosche, “rimangono spesso nelle mani dei vecchi proprietari”. Nella mattinata di ieri atti inerenti la gestione di tali beni sono stati acquisiti dalle forze dell’ordine negli uffici del Comune di Vibo Valentia. A dare l’input alle indagini è stato un confronto di idee abbastanza acceso tra il prefetto Guido Longo ed il sindaco Elio Costa nell’ambito del dibattito sviluppatosi nella sede del Sistema bibliotecario alla presenza del procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri.

Guido Longo Prefetto di Vibo ValentiaSulla vicenda rimane grande riservatezza, considerato che le indagini sarebbero scattate in seguito ad alcune denunce pubbliche fatte dal primo cittadino durante il dibattito a cui era presente pure il capo dell’Utg. 

Sotto la lente d’ingrandimento – scrive questa mattina la Gazzetta del Sud – sarebbe finito l’ex testimone di giustizia Giuseppe Francolino di Vibo Marina. Secondo quanto emerso nel corso dell’incontro, nel fase in cui il Comune era impegnato a reperire un alloggio per Francolino alcuni sconosciuti avrebbero intimato all’ex testimone di giustizia di non mettere piede nell’abitazione che in 

precedenza era stata confiscata ad un esponente della famiglia Lo Bianco, la cosca che per anni ha tenuto sotto controllo tutte le attività economiche ed imprenditoriali della città.

Elio Costa

Una rivelazione gravissima di fronte alla quale il prefetto Guido Longo è immediatamente intervenuto per chiedere conto sull’accaduto e nello stesso tempo per avere ulteriori ragguagli sulla denuncia della quale, a quanto pare, non ci sarebbe traccia.  Dal canto suo il sindaco ha inteso chiarire alla Gazzetta del sud: “Ho solo denunciato pubblicamente che molto spesso i beni che ci vengono consegnati dall’ Agenzia per i beni confiscati continuano a rimanere sotto il controllo dei vecchi proprietari. Ciò per fare capire ai mafiosi che noi siamo sempre pronti a denunciare”.

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