Cronaca

Omicidio Montilla a Lamezia, chiesti 30 anni di carcere per uno dei presunti autori

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Domenico Chirico detto “u batteru” avrebbe accompagnato il killer nel luogo del delitto. Si ritornerà in aula il prossimo  13 ottobre

di GABRIELLA PASSARIELLO 

Avrebbe accompagnato il killer a bordo di uno scooter nel luogo in cui doveva essere condannato a morte Vincenzo Montilla, freddato con quattro colpi di pistola al viso, mentre era seduto su una panchina in località Bella a Lamezia Terme il 9 agosto del 2000. Per Domenico Chirico, “u batteru”,  35enne, affiliato alla cosca Giampà, il pm della distrettuale di Catanzaro Elio Romano ha chiesto oggi in aula davanti al gup Assunta Maiore 30 anni di carcere, per concorso in omicidio aggravato dalle modalità mafiose e dalla premeditazione. L’ esecutore materiale dell’omicidio fu Pietro Pulice, ha spiegato il pubblico ministero durante la requisitoria, (ucciso a sua volta nel 2005, il cui cadavere fu trovato carbonizzato nella sua auto nelle campagne di Lamezia) e ad accompagnarlo fu proprio Chirico che nel 2000 cominciava a muovere i primi passi nel clan.

 Montilla, secondo gli inquirenti, fu ucciso per vendetta da Pulice, che avrebbe deciso di fargliela pagare per essere finito in carcere in seguito ad un omicidio avvenuto negli anni 80, quello di Francesco Albisi. Un delitto rispetto al quale prima fu accusato e arrestato lo stesso Montilla, poi scagionato dalle dichiarazioni della compagna, che aprirono però le porte del carcere allo stesso Pulice. Un’accusa considerata da lui un’infamia da non dimenticare, perché gli costò anni di detenzione. A rivelare l’esecutore e il movente del delitto Montilla, furono gli stessi collaboratori di giustizia, da Rosario Cappello a Giuseppe Giampà e a Gennaro Pulice. “Ricordo – rivelò Cappello – che una volta ho chiesto, quando sono uscito dal carcere, mi sono incontrato con Pulice Pietro e ho chiesto… siccome io ero anche di Bella, se sapeva qualcosa di quell’omicidio lì e lui mi aveva riferito che era stato lui ad ucciderlo e anche Domenico Chirico detto “u batteru” che aveva guidato la motoretta. E poi io gli ho chiesto, ma come mai, era un ragazzo buono questo Montilla, io ero anche in carcere con suo fratello a Cosenza e lui ha detto che gli aveva fatto uno sgarbo… o un’infamità oppure l’aveva accusato di qualcosa, e poi non ho chiesto più niente”. Gli avvocati Antonio Larussa e Giacomo Iaria hanno chiesto l’assoluzione per l’imputato, giudicato con rito abbreviato. Si ritornerà in aula il prossimo 13 ottobre, giorno in cui il gup emetterà il verdetto.

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