Cronaca

Processo Chimera, regge il castello accusatorio. Condanne confermate per 300 anni di carcere

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Solo per Chirumbolo la Corte di appello di Catanzaro ha inasprito la pena. Inflitte condanne che vanno dai 14 anni ai 6 mesi di reclusione per 35 imputati

di GABRIELLA PASSARIELLO 

Estorsioni a decine di esercizi commerciali,  richieste di denaro ed acquisti a cifre simboliche o scontate fino al 50% . Nei casi più gravi la cosca imponeva l’assunzione di familiari o favoreggiatori . La Corte di appello ha confermato, con pene variabili dai 14 anni ai 6 mesi di reclusione, la sentenza emessa in primo grado per 34 dei 35 imputati, raggiunti tra maggio e ottobre del 2014 da un’ordinanza cautelare nell’ambito di  due tronconi della maxi operazione Chimera. Solo per Giancarlo Chirumbolo i giudici di secondo grado hanno inasprito la pena. Chirumbolo passa dai sei anni ai 7 anni e sei mesi di reclusione ( a causa della continuazione della pena nell’ambito di un altro processo per estorsione). I promotori, direttori e organizzatori della cosca, da anni contrapposta in una faida al clan dei Giampà sarebbero, secondo le ipotesi di accusa, il capo storico della consorteria criminale  Nino Cerra, che insieme alla sorella Teresa, a Vincenzo e Pasquale Torcasio, e a Cesare e Antonio Gualtieri, avrebbero tenuto le redini della cosca lametina.“Chimera” ricostruisce lo scenario criminale della cosca “Cerra – Torcasio” un tempo, autonoma e poi alleata con quella dei Giampà, ed alla quale, in epoca successiva alla scissione, si è avvicinata la famiglia “Gualtieri” che fino al 1992 non era inserita nel contesto mafioso come famiglia autonoma o aggregata ad altre consorterie criminali lametine. Chimera, infatti, ricostruisce lo scenario “storico – criminale” del clan mafioso “Cerra – Torcasio – Gualtieri”, che dopo la disarticolazione delle “cosca Giampà”, con le operazione “Medusa” e “Perseo”, approfittando “del declino dei Giampà risultava essere l’unica cosca delinquenziale operante a Lamezia Terme . Regge l’impianto accusatorio anche in appello, con condanne complessive per oltre 300 anni di carcere. 

Le condanne. 

Nino Cerra, “il vecchio” e “Zu’ Nino””, 13 anni e 4 mesi; Teresina Cerra, 10 anni; Pasquale Cerra, alias “Ciancimino”, 9 anni e 4 mesi, 8mila euro di multa; Luca Cerra, 6 anni e 5mila euro di multa; Vincenzo Torcasio, 13 anni ; Alessandro Torcasio 31 anni, 7 anni e 8 mesi; Pasquale Torcasio, inteso “Carra’” e “Cicciobello”, 7 anni e 8 mesi; Francesco Tropea, 7 anni e 8 mesi; Angelina Torcasio, 3 anni e 8 mesi e 12mila euro di multa; Emilio Francesco Gualtieri, alias “cinque lire”, “U’ russu”, 8 anni e 6mila euro di multa; Maria Gualtieri, 4 anni; Nicola Gualtieri, inteso “Bomboletta” 26 anni, 12 anni e 8mila euro di multa; Antonia Gualtieri, 3 anni e 8 mesi, 1200 euro di multa; Ottorino Rainieri, 10 anni e 8 mesi, 6mila euro di multa; Gennaro Muraca, 7 anni e 4 mesi, 5mila euro di multa; Antonio Villella, inteso “Crozza”, 7 anni e 8 mesi; Giuseppe Gullo, 8 anni e 6mila euro di multa; Pasquale Carnovale, 7 anni e 8 mesi; Paolo Paone, 7 anni e 4 mesi, 5mila euro di multa; Antonio Paradiso, alias Zu’ Toto”, 7 anni e 4 mesi; Gaetano Larosa, 8 anni, 6mila euro di multa; Nino Cerra, 26 anni, 7 anni e 4 mesi, 5mila euro di multa; Angelo Francesco Paradiso inteso “Ciccio e Ciccuzzu”, 7 anni e 4 mesi; Pasquale Torcasio, 48anni, 14 anni; Domenico Torcasio, inteso “u’ Mongolo”, Mico e Micariellu”, 8 anni e 8 mesi, 6000 euro di multa; Giovanni Torcasio, inteso “U’ Craparu”, “padre di Vincenzo”, 8 anni, 6mila euro di multa; Federico Gualtieri, inteso “u’ Zuppariellu”, 8 anni, 6mila euro di multa; Antonio Gualtieri, 13 anni e 4 mesi; Francesco Gualtieri, 8 anni e 6mila euro di multa; Cesare Gualtieri, 14 anni; Nicola Gualtieri, inteso, “Zu’ Nicola”, “il vecchio padre di Gianni”, “u Craparu”, “U’ Zingaro”, 8 anni e 8 mesi, 6mila euro di multa; Giuseppe Rainieri, 7 anni e 8 mesi; Luciano Cimino, 4 anni e 8 mesi, 6mila euro di multa; Giancarlo Chirumbolo, 7 anni e 6 mesi (in primo grado 6 anni) e Alessandro Durante, 8 mesi. 

Gli avvocati impegnati nel processo.  Compaiono tra gli altri  i nomi degli avvocati Antonio larussa, Lucio Canzoniere, Salvatore Staiano, Francesco Gambardella, Gianluca Careri, Renzo Andricciola, Salvatore Cerra e Claudia Conidi.

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