Cronaca

Fondi ex Gescal, bufera sull’Aterp di Vibo Valentia. Sedici indagati e sequestri per 800 mila euro

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Devono rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo la Guardia di Finanza avrebbero acquistato la sede dell’Aterp utilizzando fondi regionali in modo improprio

Giro di vite della Guardia di Finanza di Vibo Valentia sui fondi ex Gescal destinati all’edilizia residenziale pubblica. All’alba di questa mattina è scattata un’operazione che, nel suo genere, non ha significativi precedenti, almeno di recente, in Italia.  Sotto sequestro è finito un patrimonio di 800mila euro. Nel mirino delle Fiamme gialle, l’immobile acquistato per essere adibito a sede dell’Aterp durante la passata consiliatura regionale.

I destinatari. Sono sedici gli indagati, sei dei quali – per effetto del provvedimento vergato dal Giudice per le indagini preliminari Gabriella Lupoli su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Barbara Buonanno – destinatari del sequestro preventivo. Tra loro un esponente della passata giunta regionale, quella guidata da Giuseppe Scopelliti,  dirigenti e funzionari dell’ente ed un noto imprenditore del Vibonese. Devono rispondere a vario titolo di  truffa aggravata in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo gli investigatori, avrebbero utilizzato fondi ex Gescal per finalità diverse da quelle per le quali avrebbero dovuto essere usati. Sotto la lente d’ingrandimento, è finito l’acquisto del palazzo nel quale l’Aterp di Vibo Valentia ha attualmente la propria sede. 

La ricostruzione. La vicenda ebbe inizio il 22 settembre 2010 quando l’allora direttore generale dell’Aterp di Vibo Valentia mise in atto “un’indagine conoscitiva di mercato finalizzata alla locazione e o acquisto di un immobile da adibire a sede dell’azienda”. Ne venne fuori una gara conclusa nel dicembre dello stesso anno con l’aggiudicazione definitiva della locazione ad una Srl del territorio costituita appena un mese prima.  “Tale società  – si scrive nel decreto di sequestro  -non era allora proprietaria dell’immobile locato”. Proprietà “acquisita solo qualche minuto prima che lo stesso immobile fosse rivenduto all’Aterp”. Ovvero, il 20 agosto 2014. Ma l’offerta, secondo il giudice per le indagini preliminari, “proveniva da un soggetto privo del necessario requisito”. 

L’acquisto dell’immobile. La vicenda era entrata nel vivo nel novembre 2011 quando era subentrato il nuovo commissario dell’Aterp il quale, scrivono gli inquirenti, “già dal 2010 si occupava in proprio e comunque nell’interesse di società che di fatto rappresentava, dell’acquisto dell’immobile da adibire a sede dell’Aterp”. Passava ancora un  anno e, nell’ottobre 2012, l’Aterp di Vibo Valentia inoltrava la richiesta per l’acquisto dello stabile. “La proposta non superava – sottolinea il gip – il vaglio regionale”. Vicenda archiviata? Neanche a pensarci. Nel luglio 2013, infatti, la Regione avviava l’Iter per il finanziamento di programmi edilizi delle Aterp attraverso attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, recupero di alloggi non utilizzabili e nuovi programmi edificatori. Nel settembre di quello stesso anno, cambiava il dirigente del settore Lavori pubblici. Tra dicembre 2013 e gennaio 2014, l’Aterp di Vibo riproponeva l’acquisto della sede. Nel marzo 2014 la Giunta regionale approvava le modifiche alla precedente delibera e stabiliva che le risorse potevano essere assegnate a seguito della presentazione “di Piani di azione da parte dei commissari delle Aterp anche in relazione ai programmi di regolarizzazione e valorizzazione del patrimonio”. La decisione “appare il prodotto di una prospettazione – sottolinea il gip – parziale e mistificatoria”.  All’Aterp di Vibo Valentia, finivano 2.450.000 euro. Il pagamento veniva autorizzato il 21 luglio 2014. Un mese dopo, correva il 20 agosto,  avveniva la compravendita dell’immobile da parte della suddetta società.  

Gli inquirenti. Secondo i magistrati, però, “il piano di azione provinciale non appare conforme alle priorità normative” relative alla destinazione dei fondi “ex Gescal, volti fondamentalmente alla realizzazione e/o recupero di edilizia popolare”. Tale piano “pone solo al secondo posto l’intervento di recupero del patrimonio edilizio e al terzo posto l’eventuale risoluzione di criticità finanziarie legate al contenzioso derivante da interventi costruttivi e procedure espropriative”.  Per questo motivo il gip Gabriella Lupoli ha disposto il sequestro di beni complessivo pari 798.026,69 euro. Provvedimento notificato a sei dei sedici indagati. 

Riceviamo e pubblichiamo dal dott Nicola Barbuto: “”Ho svolto in passato il compito di Presidente del Collegio dei Revisori dei conti dell’Aterp di Vibo Valentia, secondo i dettami di legge con la puntualità ed il rigore che la funzione richiedeva, come risulta dagli atti depositati presso l’Ente medesimo e, per quanto di competenza, dinanzi alla Regione Calabria”.

ECCO I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI (clicca qui)