Cronaca

Vibo ricorda il suo eroe Antonio Civinini, ma l’assassino è già libero (VIDEO)

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Il carabiniere palermitano fu ucciso da un ubriaco a colpi di pistola a due passi da piazza Municipio. Trent’anni dopo una targa commemorativa rende indelebile il suo sacrificio

di MIMMO FAMULARO

Il 15 giugno del 1987 era un lunedì. Una piacevole serata che precedeva l’arrivo dell’estate a Vibo Valentia. Piazza Municipio era particolarmente affollata anche perché quel giorno si votava per le elezioni politiche ed erano in corso le operazioni di spoglio. Tra le tante persone presenti nelle vie del centro cittadino c’erano anche due carabinieri. Uno aveva 21 anni, si chiamava Vincenzo Cataldo ed era di origini baresi; l’altro era Antonio Civinini, arrivava da Palermo, era figlio adottivo di un’anziana coppia siciliana e aveva 28 anni. Entrambi lavoravano alla Compagnia speciale dell’Aeroporto di Vibo. Giorni impegnativi perché in Italia imperversavano i sequestri di persona e il reparto d’élite di stanza nella caserma di Vibo era impegnato in Aspromonte. Cataldo e Civinini erano appena rientrati a Vibo Valentia al termine di una giornata estenuante.

Ucciso da un ubriaco. Sono le 21.30 quando il loro destino incrocia quello di un ubriaco che a bordo di una moto-ape dà in escandescenza con pericolose e ripetute manovre, minacciando con la pistola chiunque gli venisse incontro. Lui è armato, loro no perché sono in libera uscita, fuori dal servizio ed in abiti borghesi. Non esitano un attimo però ad intervenire. Lo fermano in via Dante Alighieri, di fronte all’American Bar, a due passi da piazza Municipio, si qualificano e gli chiedono i documenti per identificarlo. E’ un attimo, l’uomo estrae la pistola e spara un intero caricatore da distanza ravvicinata e a bruciapelo. Civinini (nella foto) cade a terra, colpito mortalmente al cuore. Il suo collega prova ad intervenire e viene ferito all’inguine. Il killer scappa, fa perdere le proprie tracce in mezzo a centinaia di persone terrorizzate. Quando i soccorsi arrivano sul posto per Antonio Civinini non c’è più nulla da fare. Vincenzo Cataldo viene invece trasportato in gravi condizioni all’ospedale Jazzolino ma i medici gli salveranno la vita.

Vibo commemorazione CivininiL’assassino è già libero. Nel frattempo inizia la caccia al killer. E’ un giovane di 27 anni, originario di Piscopio. E’ già conosciuto alle forze dell’ordine per precedenti per droga. E’ uno spacciatore per gli investigatori che lo braccano e lo incrociano nelle campagne di Vibo ingaggiando anche un conflitto a fuoco. Ancora una volta però è lui ad avere la meglio e la sua fuga continua. Durerà otto giorni e finirà nelle campagne di Stefanaconi. I genitori, infatti, decidono di chiamare i carabinieri riferendo il nascondiglio e la volontà del figlio di consegnarsi. Vuole parlare con un magistrato. E’ l’allora sostituto procuratore Elio Costa, oggi sindaco della città. L’assassino si consegna proprio a lui, in un casolare abbandonato e circondato dai carabinieri. Viene processato e condannato a 24 anni di carcere. Oggi è libero.

Un eroe da non dimenticare. Trenta anni dopo Vibo ricorda il suo eroe, medaglia d’argento al valore militare. Lo fa con con una commemorazione finalmente ufficiale e con una targa impressa su un muro di via Argentaria, a pochi passi dal luogo dove il carabiniere della Compagnia speciale fu ucciso quella tragica sera del 15 giugno del 1987. Una targa che servirà a rendere indelebile il ricordo di quel sacrificio. Un gesto di altruismo, coraggio, senso civico. “Un messaggio d’amore – ha dichiarato il colonnello Francesco Ferace, oggi a capo del Nucleo antisofisticazioni monetarie e all’epoca comandante della Compagnia speciale di Vibo – verso il nostro servizio e verso questa terra che abbiamo amato tantissimo e che continuiamo ad amare oggi. Terra per la quale il carabiniere Civinini ha donato la sua giovanissima esistenza e il suo sacrificio è servito da esempio per condurre in questi trenta anni la nostra professione con lo stesso onore e lo stesso spirito di servizio”. Commosso il colonnello Ferace che Civinini conosceva benissimo. Antonio era il suo autista, ma era soprattutto un valoroso carabiniere, un paracadutista della Folgore arruolato nei reparti speciali.

VIDEO-INTERVISTA AL COLONNELLO FRANCESCO FERACE

Commemorazione. Alla commemorazione hanno partecipato il comandante interregionale “Culqualber”, generale di divisione Luigi Robusto, accompagnato dal comandante della Legione “Calabria”, generale di brigata, Vincenzo Paticchio e numerosi carabinieri in servizio ed in congedo, anche commilitoni di Civinini provenienti da altre parti d’Italia. C’era il sindaco Elio Costa, all’epoca giovane sostituto procuratore. Quel giorno lo ricorda bene anche lui e, grazie alla targa scoperta in via Argentaria, da oggi il sacrificio di Antonio Civinini sarà ricordato dai più giovani o da chi, semplicemente, in quel giorno non c’era. Perché Vibo non può dimenticare uno dei suoi eroi.

VIDEO INTERVISTA AL GENERALE LUIGI ROBUSTO

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