Cronaca

Money Gate, tentata combine con l’Avellino e il Catanzaro adesso trema (VIDEO)

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Cosentino risulta indagato insieme all'ex direttore sportivo Ortoli e all'ex calciatore Russotto. Ecco cosa accadde - secondo gli inquirenti - quel 5 maggio del 2013 al Ceravolo

di MIMMO FAMULARO

Spunta anche un tentata combine tra le carte dell'inchiesta Money Gate che ha portato all'arresto del presidente del Catanzaro Giuseppe Cosentino e della figlia Ambra. Si sarebbe trattato,  secondo quanto riferito in conferenza stampa dal procuratore capo di Palmi, Ottavio Sferlazza, di un tentativo di aggiustamento di una partita con l'Avellino disputata il 5 maggio 2013. Entrambe le squadre disputavano il campionato di Lega Pro Prima divisione girone B.


Tentata combine.  "L'avere concordato un risultato di parità - ha affermato Sferlazza - doveva servire per consentire all'Avellino la promozione e al Catanzaro di evitare i play out. Senonché il risultato di un'altra squadra interessata anche alla promozione, il Perugia, aveva fatto saltare i conti. Per cui l'Avellino si è impegnato in campo e ha vinto la partita contrariamente agli accordi. Peraltro - ha dichiarato Sferlazza - vi erano state due occasioni per segnare clamorosamente mancate da un giocatore del Catanzaro. Sostanzialmente, si è trattato di un tentativo, poichè in corso d'opera la partita aveva avuto poi lo sbocco fisiologico  tenuto conto dei valori in campo".

Indagati. Insieme a Cosentino (che in questo caso risponde in qualità di presidente del Catanzaro calcio) risultano indagati a piede libero l'ex direttore sportivo Armando Ortoli, l'ex calciatore giallorosso Andrea Russotto, l'ex presidente dell'Avellino Walter Taccone e il direttore sportivo Vincenzo Di Vito.

Quel 5 maggio del 2013. Tutti e cinque, in concorso materiale e morale tra loro, "compivano - si legge nell'ordinanza emessa dal gip di Palmi - atti fraudolenti consistiti nel concordare il risultato finale della partita di calcio della Lega Pro Prima divisione girone B tra le squadre Catanzaro e Avellino - disputata in data 5 maggio del 2013 - in un pareggio al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione. In particolare il risultato concordato di pareggio tra le due squadre avrebbe consentito al Catanzaro di non ritrovarsi nella fase playout per la retrocessione e all'Avellino di raggiungere la promozione alla serie superiore. Tale risultato non raggiunto - si legge ancora nel capo d'imputazione - per il mancato rispetto degli accordi da parte della società calcistica dell'Avellino che, a seguito della vittoria del Perugia, per non correre il rischio di non raggiungere la promozione alla Serie B, si è aggiudicato la partita con il risultato di una a zero -nonostante il calciatore Russotto del Catanzaro avesse deliberatamente fallito due chiare occasioni per segnare il gol del vantaggio - ha comunque consentito ad entrambe le società di raggiungere gli obiettivi di campionato per i risultati negativi delle concorrenti del Catanzaro calcio".


Atti alla Procura federale. Gli atti verranno ora trasmessi alla Procura federale per l'avvio di un procedimento nell'ambito della giustizia sportiva. Sia il Catanzaro che l'Avellino rischiano il deferimento per responsabilità diretta considerato che nella vicenda risultano coinvolti i rispettivi presidenti. Anche se la combine appare tentata e, di sicuro, non consumata i due club potrebbero anche essere mandati a processo per illecito sportivo che comporterebbe una forte penalizzazione in classifica. 

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