Cronaca

Sistema Rende, chiesto il processo per Principe. Un anno e quattro mesi per Mirabelli

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Il pm della distrettuale ha invocato 4 richieste di rinvio a giudizio e 6 condanne per gli imputati che hanno optato per l'abbreviato coinvolti sui presunti intrecci con il clan Lanzino- Rua

di GABRIELLA PASSARIELLO

Dopo una lunga requisitoria, in cui si sono rese necessarie tre udienze, il pm della distrettuale Pierpaolo Bruni ha chiesto sei condanne e quattro richieste di rinvio a giudizio per i dieci imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice “Sistema Rende” su presunti intrecci tra politici ed esponenti del clan Lanzino Ruà. Il pubblico ministero ha invocato sei anni di carcere per Michele Di Puppo e Adolfo D’Ambrosio,  quattro anni di reclusione per Umberto Di Puppo e Francesco Patitutti e per un anno e quattro mesi per l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e Marco Paolo Lento, mentre ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Rende Sandro Principe, già sottosegretario al Lavoro, l’ex primo cittadino Umberto Bernaudo, gli allora assessori comunali Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi del Pd. Il gup Pietro Carè ha calendarizzato le prossime udienze, stabilendo che gli abbreviati verranno discussi il prossimo 22 settembre, mentre coloro che hanno optato per il rito ordinario ritorneranno in aula il prossimo 23 giugno.


Le ipotesi di accusa. I reati contestati a vario titolo vanno dal  concorso esterno in associazione mafiosa, al voto di scambio, alla corruzione aggravata. Principe, Bernaudo e Ruffolo si sarebbero accordati con gli uomini della cosca, un patto che avrebbe previsto il procacciamento di voti, l’impegno elettorale e la propaganda in cambio di condotte amministrative di favore, che si sarebbero reiterate per un decennio dal 1999 al 2011. I tre politici avrebbero agevolato la cosca pur di ottenere voti durante le elezioni comunali, le provinciali del 2009 e  le regionali del 2010. Principe, tra l’altro, avrebbe sollecitato in accordo con Bernaudo, l’assunzione del capo clan Ettore Lanzino nella cooperativa Rende. L’ex consigliere regionale Mirabelli è accusato di aver promesso, attraverso Lento, assunzioni in aziende private di persone vicine a Di Puppo in cambio del suo impegno regionale. A Gagliardi sono invece contestate le violazioni delle norme elettorali e la corruzione per aver favorito Adolfo D’Ambrosio nella gestione del bar Colibrì di proprietà comunale.

Il collegio difensivo. Tra i legali impegnati nel processo “Sistema Rende” compaiono i nomi di Giovanni Merante, Giuseppe Manna, Luigi Gullo, Franz Caruso, Franco Sammarco e Cesare Badolato

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