Economia & Società

Vibo, pronto soccorso al collasso. L’allarme dei medici: “Arrivano anche per un raffreddore”

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"Ogni ospedale italiano - sostiene Natale - dispone di un piano di emergenza per massiccio afflusso di feriti, ma quasi nessuno di un programma per fronteggiare il sovraffollamento"

Emergenza dopo emergenza, le file crescono nelle sale d'attesa dei Pronto Soccorso. Medici e operatori sanitari sono costretti a sopportare sempre più turni massacranti.  I dati che emergono dal rapporto emerso nel corso della Settimana nazionale del Pronto Soccorso organizzata dalla società italiana di medicina d'emergenza-urgenza in collaborazione con Cittadinanza Attiva e Tribunale per i diritti del malato. Un fenomeno a cui non si è mai apposto rimedio.

Corridoi e sale d'attesa continuano ad essere affollati. Prendendo ad esame una giornata tipo, lo scorso 12 marzo, alle 14 i pazienti in attesi dal Nord al Sud della Calabria erano 298. Nell'arco delle 24 ore erano 939. La stima delle persone in attesa in tutta la Calabria in un anno è di 360mila pazienti. Una fotografia inquietante. Nei Pronto Soccorso il 75% dei pazienti arriva con codice bianco o verde. Ci si presenta in ospedale anche per un raffreddore. 

Tonino Aceti, coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato aggiunge: "Il Pronto soccorso - afferma - è l'unico presidio del servizio sanitario nazionale attivo 24 ore su 24. Un servizio nel quale i cittadini ripongono molta fiducia". Da qui la necessità di ridargli il ruolo di cerniera del territorio "porta d'ingresso del nosocomio, cerniera tra il territorio, gli utenti ed i reparti del luogo di cura". 

"Ogni ospedale italiano - sostiene il dott. Natale - dispone di un piano di emergenza per massiccio afflusso di feriti, ma quasi nessuno di un programma per fronteggiare il sovraffollamento. Eppure il massiccio numero di feriti è un evento raro, il sovraffollamento si ripete ogni inverno". 

" Sicuramente - aggiunge - la nostra rete dell'emergenza-urgenzaha raggiunto negli ultimi anni un ragguardevole livello di funzionalità e può essere considerata punto di forza del sistema sanitario. Ma occorre ottimizzare gli sforzi in modo da garantire il mantenimento dei livelli raggiunti".