Cronaca

Ecco perché Sacco e don Scordio restano in carcere. Il gip: “Saccheggio spietato”

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Per il giudice che applicato la massima misura restrittiva i due “avevano trasformato la Misericordia ed il Cara in centri di potere mafioso”

Arresto confermato nei confronti di Edoardo Scordio e Leonardo Sacco, rispettivamente ex parroco di Isola Capo Rizzuto ed ex governatore della Misericordia locale, in carcere da lunedì scorso nell’ambito dell’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha fatto luce sulle ingerenze della cosca Arena nel centro d’accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto. Per i due è necessaria “l’applicazione della massima misura restrittiva” per “interrompere la spregiudicata attuazione del piano”, scrive il Gip di Crotone Abigail Mellace nell’ordinanza con la quale ha disposto la custodia cautelare in carcere per i due indagati, respingendo dunque la richiesta dei difensori di Scordio di concedere quantomeno gli arresti domiciliari al parroco in considerazione dell’eta’ avanzata.

Secondo il giudice i due “avevano trasformato la Misericordia ed il Cara in centri di potere mafioso sotto gli occhi distratti delle istituzioni”. L’ex parroco Scordio viene considerato “un esponente di rilievo della stessa associazione mafiosa”. Le condotte del sacerdote e del governatore sono definite dal gip “gravissime anche perché proseguite con lucida volontà per anni senza mai conoscere un momento di pausa, di ripensamento, di pentimento, di umana pietà nei confronti di quei milioni di sfortunati ai quali hanno sottratto con incredibile sfrontatezza quelle minime risorse date dallo Stato italiano per restituire loro la dignità di esseri umani”.

A proposito dei 132 mila euro incassati dalla Misericordia, il gip scrive che il parroco nel corso dell’interrogatorio, pur spiegando di aver usato i soldi per opere di bene (fra cui il centro sportivo ed una struttura per la formazione dei volontari) “non e’ riuscito ad indicare se e in che misura effettivamente siano stati utilizzati nei progetti”. Sono stati quindi gli accertamenti contabili, secondo il gip, ad inchiodare Sacco che nel corso dell’interrogatorio “non e’ riuscito a dare giustificazioni”.

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