Cronaca

Processo Impeto, confermate in Appello le assoluzioni per il clan Mancuso (FOTO)

appello-catanzaro.jpg

Crollano le accuse di sequestro di persona, estorsioni , danneggiamenti e usura. I giudici di secondo grado hanno bocciato le richieste di condanna della pubblica accusa

Immutata la sentenza di secondo grado per tre esponenti del clan Mancuso. La Corte di appello di Catanzaro ha confermato il verdetto emesso in primo grado il 24 dicembre 2015 dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia assolvendo per non aver commesso il fatto Diego Mancuso,64 anni di LimbadiPantaleone Mancuso, 56 anni, detto “l’Ingegnere” di Nicotera, Giovanni Mancuso, 76 anni, di Limbadi, coinvolti nell’operazione della Dda “Impeto”. I giudici non hanno accolto le richieste di condanne dai 16 ai 12 anni di reclusione formulate in aula dal sostituto procuratore generale.

Pantaleone Mancuso Ingegnere--

Pantaleone Mancuso

Diego Mancuso

Diego Mancuso

Le accuse. Due sequestri di persona, estorsioni, violenza privata, danneggiamenti, reati aggravati dalle modalità mafiose contestate a vario titolo agli imputati. Un’ ipotesi di usura che si sarebbe verificata secondo l’accusa ai danni di un commerciante di Nicotera, Alfonso Carano, sequestrato, malmenato e poi costretto a scavarsi una fossa in campagna sotto la minaccia delle armi e di un cappio infilato intorno al collo. Accuse che possono ritenersi infondate alla luce del verdetto pronunciato oggi dai giudici di Appello del capoluogo calabrese. La caduta dell’attendibilità di Carano potrebbe incidere su un altro processo storico contro i clan della ‘ndrangheta vibonese, quello scaturito dall’operazione “Genesi” che si sta celebrando in Appello a Catanzaro e che il 24 maggio potrebbe anche andare a sentenza.

Giovanni Mancuso

Giovanni Mancuso

Le difese. A difendere Pantaleone Mancuso (attualmente irreperibile) in questo procedimento erano gli avvocati Mario Bagnato e Francesco Sabatino mentre Diego Mancuso era difeso dai legali Francesco Sabatino e Francesco Schimio e Giovanni Mancuso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Stilo.