Cronaca

Baby – schiava del sesso in un villaggio del Catanzarese, assolti i “clienti”

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Cinque imputati sono stati scagionati dall'accusa di atti sessuali con una diciassettenne residente a Lamezia Terme

di GABRIELLA  PASSARIELLO

Cadono le accuse per quelli che gli inquirenti hanno definito i “clienti” della baby-schiava del sesso, disposti a pagare dai 50 ai 100 euro per ogni prestazione sessuale ricevuta. Il tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Alessandro Bravin ha assolto Gregorio Procopio, 55 anni, di Botricello, Vincenzo Sculco, 29 anni di Catanzaro, Santino Puccio, 57 anni di Botricello, Marin Firca, 61 anni, romeno residente a Botricello ed Eugenio Maida, 58 anni di Botricello, accogliendo le richieste dei legali Pietro Funaro, Luigi Colacino, Gregorio Viscomi e Antonio Merante. Il pm Alessandro Prontera in aula, al termine della requisitoria ha invece invocato condanne che vanno dai tre ai due anni di reclusione per i cinque imputati accusati a vario titolo di spaccio di droga e atti sessuali con una minorenne.


Le ipotesi di accusa. Secondo le ipotesi di accusa, messe nero su bianco nella richiesta di rinvio a giudizio, gli imputati “ in più occasioni compivano atti sessuali con la minorenne”, di 17 anni, segregata e costretta ad incontri forzati, “corrispondendole in cambio delle prestazioni un corrispettivo di importo variabile o comunque promettendole denaro in cambio delle prestazioni”. Accuse crollate alla luce del verdetto di primo grado sentenziato oggi dai giudici del collegio.

Le indagini. Era stata la stessa giovanissima vittima a collaborare con i carabinieri raccontando loro di essere stata avvicinata dal principale imputato Cosmin Iojan, cittadino rumeno, di 35 anni, già condannato a sei anni dalla Corte di assise di Catanzaro per sfruttamento della prostituzione minorile e spaccio di droga, finito in manette nell’agosto del 2013 a seguito di un blitz dei Carabinieri per l’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto emesso dall’allora sostituto procuratore di Catanzaro, Valeria Biscottini. Sarebbe stato proprio lui che con l’inganno le avrebbe dichiarato il suo amore convincendola a trasferirsi a Botricello, all’interno del villaggio Carioca, con la promessa di vivere insieme. Ma qui il sogno incominciò a trasformarsi in incubo, quel villaggio diventa il luogo di incontri sessuali forzati prevalentemente con anziani. Sarebbe stata segregata e costretta a vendersi a diciassette anni e chi diceva di amarla le avrebbe imposto tre clienti al giorno.

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