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Giustizia, Marziale: no a soppressione Tribunale minorenni

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Il garante è stato ricevuto ieri a Palazzo Madama dal presidente della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, Nico D'Ascola

Prosegue l’impegno del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, volto ad evitare la trasformazione del Tribunale per i Minorenni in sezione speciale per la Famiglia e i Minorenni presso il Tribunale ordinario, come previsto dal d.d.l. 2285 recante "Modifiche al Codice di procedura civile". Il Garante è stato ricevuto ieri a Palazzo Madama dal Presidente della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, Nico D'Ascola, “che ringrazio infinitamente - dichiara Marziale - per la dotta e pregevole disponibilità a salvaguardare un patrimonio tale da piazzare l'Italia ai primi posti mondiali, se non addirittura il primo, in tema di tutela dei Minori".


La speranza. "Pensando al lavoro dei magistrati quotidianamente impegnati a fronteggiare fenomeni come le adozioni, i procedimenti civili, penali e rieducativi, la tutela dei minori stranieri non accompagnati - evidenzia il Garante - mi viene difficile pensare al trasferimento di tutto ciò al Tribunale ordinario, che toglierebbe autonomia alla magistratura minorile e graverebbe sui tempi di risoluzione delle problematiche in nome, ed esclusivamente, di una politica di spending review che dovrebbe badare a contenere la spesa pubblica in ben altri settori, non certo in quello della Giustizia per i più deboli e indifesi". "A partire dalla Garante Nazionale, Filomena Albano, passando ai colleghi regionali - spiega Marziale - tutti siamo impegnati ad evitare che il d.d.l. del ministro Andrea Orlando spazzi via in un solo colpo un processo culturale e sociale lungo secoli. Una riforma che davvero pone al centro il minorenne, caso mai, deve potenziare il patrimonio specialistico costruito nel tempo nei Tribunali per i Minorenni e non amalgamarlo nel contesto di una giustizia adultocentrica, anche perché non si può ignorare che proprio all'interno della famiglia vengono commessi i reati più comuni contro i più piccoli". "Il momento storico vuole che a capo della Commissione Giustizia del Senato, dove fra non molto approderà in aula il d.d.l. 2284, ci sia Nico D'Ascola, avvocato e docente fra i massimi esponenti della cultura giuridica che l'Italia possa vantare e ciò - conclude il Garante - mi concede di sperare in un epilogo diverso da quello fino ad oggi contemplato". 

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