Cultura & Spettacolo

PASQUA 2017 | Tra devozione e tradizione, Vibo segue i riti della settimana santa

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Dopo il tradizionale pellegrinaggio notturno del giovedì per i sepolcri, da visitare nelle chiese in numero dispari e non inferiore a tre, il venerdì santo si apre con la Processione delle Vare

di MICHELE LA ROCCA

Entrano nel vivo le tradizioni della settimana santa a Vibo Valentia, con le secolari processioni ormai entrate a far parte di un modo di vivere di una comunità. La Pasqua a Vibo non sarebbe una festa senza questi momenti di profonda devozione religiosa. Dopo il tradizionale pellegrinaggio notturno del giovedì per i sepolcri, da visitare nelle chiese in numero dispari e non inferiore a tre, il venerdì santo si apre con la Processione delle Vare, sei statue di Gesù, tutte databili tra il 1720 e il 1730, in legno policromo, realizzate dai fratelli Domenico e Ludovico Rubino, raffiguranti i momenti più significativi della passione e morte di Gesù Cristo, Gesù nell'orto del Getsemani, Gesù alla colonna, Ecce Homo Gesù Cristo che porta la croce, Gesù crocifisso, Gesù morto. Seguite in lutto dalle statue della Madonna Adolorata e San Giovanni.

La processione. Durante la processione, le statue vengono portate a spalla da membri dell'Arciconfraternita del SS. Rosario e San Giovanni Battista. Il corteo, che prende avvio alle ore 17.30, dalla Chiesa del SS. Rosario, attraversa le vie del centro storico per concludersi, dopo circa tre ore. Suggestiva in particolare è la discesa della processione dalla gradinata della Cerasarella, dove le statue vengono affiancate da donne con antiche lampade ad acetilene. Dopo la lunga processione, nella Chiesa del SS. Rosario si svolge il rito della Chiamata dei Santi. Il sacerdote "chiama", sotto al pulpito, cinque sculture: Ecce Homo, Gesù crocifisso, Gesù morto, Madonna addolorata, san Giovanni che entra correndo.


La "Desolata". La sera del venerdì, dalla Chiesa di San Giuseppe parte la processione della Desolata. Una enorme folla accompagna per le strade del centro storico la statua della Madonna Addolorata, con un pugnale piantato nel cuore, alla ricerca del Figlio morto. Tutto il corteo si svolge in un contesto di profondo silenzio e preghiera, interrotto ad intervalli dalla banda musicale che suona marce funebri, tra cui la celeberrima Una lacrima sulla tomba di mia madre di Amedeo Vella, musicista di origine siciliane che fece di Vibo Valentia la sua seconda patria.

Affruntata. Domenica di Pasqua si svolge l'evento più atteso: l’Affruntata. La sacra rappresentazione che affonda le radici probabilmente tra la fine del seicento e gli inizi del settecento, ripropone il momento dell'incontro tra Gesù Cristo risorto e la Madonna, propiziato da San Giovanni apostolo, il quale correndo per tre volte, lungo il corso Vittorio Emanuele, annuncia a Maria, quasi nascosta e incredula, la risurrezione del Figlio. Il momento più suggestivo della processione è quando la Madonna esce correndo dalla laterale via Luigi Razza e va incontro a Gesù risorto. Alla vista del Figlio alla statua di Maria Vergine viene strappato il mantello nero (lo “sbilamentu”), segno del lutto, per scoprire la veste celeste e bianca. La tradizione vuole che, se il manto nero rimane al suo posto è presagio di sventura per la comunità, si narra che nel 1940 la svelata non riuscì bene e l'Italia entrò in guerra.