Cultura & Spettacolo

STORIE | Il Castello di Bivona e il mistero di una possibile presenza templare

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Questa nuova ricostruzione storica è uno dei punti originali dell’ultimo lavoro di Maurizio Bonanno, “I Cavalieri dell’ideale” edito da Il Cristallo

Il Castello di Bivona visto sotto una luce diversa ed una storia tuta da scoprire legata al mistero di una possibile presenza templare in questo maniero, uno dei pochi costruito sul livello del mare. Questa nuova ricostruzione storica è uno dei punti originali dell’ultimo lavoro di Maurizio Bonanno, “I Cavalieri dell’ideale” edito da Il Cristallo, che è un ritorno dell’autore nei suoi studi storici legati alle vicende dell’antico Ordine dei Cavalieri Templari.

L’incontro. Sistema Bibliotecario, Touring Club e sezione “Conte d’Apice” dell’Accademia Templare, ne hanno discusso nel corso di un incontro presente il Soprintendente per Reggio e Vibo Valentia, Fabrizio Sudano, e l’archeologa Mariangela Preta che ha curato i lavori di restauro del Castello di Bivona ed ha contribuito a questa inedita scoperta.
Se da un lato il Console del Touring Club, Giovanni Bianco, ha evidenziato l’importanza di questi studi che possono offrire nuovi spunti per la realizzazione di originali itinerari turistico-culturali di cui la Calabria è ricca, Gilberto Floriano, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, ha sottolineato il valore storico culturale di simili studi che destano interesse rispetto ad una tematica, quella dei Cavalieri Templari appunto, che suscita sempre fascino ed interesse.
Il Soprintendente Sudano ha illustrato i tanti impegni che l’istituzione dedica al territorio vibonese, spiegando come certi ritardi o rallentamenti nei lavori sono dovuti esclusivamente ad intoppi burocratici che nulla hanno a che fare con l’impegno degli archeologi che, anzi, subiscono con grande rammarico queste situazioni da loro non volute. Ha ribadito l’importanza dei rapporti che si stanno instaurando con gruppi ed associazioni che operano sul territorio, come ad esempio la stessa Accademia Templare, con la quel si sta realizzando un interessante rapporto di collaborazione. Ha, quindi, annunciato un accordo con l’amministrazione comunale che garantirà che la Soprintendenza avrà proprio nel Complesso Santa Chiara, casa del Sistema Bibliotecario, una sua sede di rappresentanza che vorrà essere anche punto di riferimento operativo.

Il Castello di Bivona.
È stata l’archeologa Mariangela Preta ha spiegare le caratteristiche del Castello di Bivona. La Preta ha raccontato i particolari della campagna di scavo archeologico effettuata nell’autunno 2015, che ha permesso di comprendere meglio la suddivisione interna del castello e la sua rimodulazione dopo il 1500, costruendo all’interno del cortile degli spazi chiusi, probabilmente utilizzati per lo stoccaggio dello zucchero prodotto nel trappeto. A conferma di queste nuove scoperte, ha poi ribadito come le ultime ricostruzioni confermano che la realizzazione del castello è precedente alle date finora supposte dagli studiosi, fatto questo che si evince dai risultati dello scavo che hanno restituito fasi abitative precedenti al 1300, in particolar modo nella parte ovest della corte interna, dove sono state rinvenute le tracce di una pavimentazione antecedente il XIV secolo.

Un’ipotesi suggestiva. Quindi, l’autore, Maurizio Bonanno, che ha raccontato la genesi della ricerca che ha portato alla scoperta di una probabile presenza templare proprio a Bivona. “L’ipotesi, nuova e suggestiva, parte – ha raccontato Bonanno – da un documento scoperto casualmente nel corso di alcune ricerche documentali riportato da un antico volume edito a Palermo nel 1773, e confermato da un successivo volume a Trani nel 1909 nel quale si ricorda l’iniziativa di Filippo il Bello, che : “d’accordo col Papa Clemente V, inviò al figlio Roberto, duca di Calabria e luogotenente del Regno, l’Ordine di fare imprigionare tutti i Templari, compresi quelli che venivano dall’Oriente”. Da questo documento di vengono a conoscere i nomi di alcuni Cavalieri Templari prigionieri: fra’ Michele Corsi, fra’ Oliviero di Bivona, fra’ Guglielmo Angelico, fra’ Bartolomeo di Cosenza, fra’ Andrea di Cosenza, presi da un certo Gravina…”.

Il mistero. Dunque, vi erano in Calabria importanti Cavalieri Templari, al punto da richiamare l’attenzione degli aguzzini in azione per conto del Re di Francia e in base al documento riportato, questi templari si trovavano certamente a Cosenza e… a Bivona. Personaggio misterioso, del quale null’altro è dato sapere al momento – prosegue l’autore de “I Cavalieri dell’ideale” – fra’ Oliviero Cavaliere Templare, se identificato con il territorio è evidente che a questo doveva essere fortemente legato: per origine, per mandato, per ruolo o compito di responsabilità. Proprio per questo, c’è da immaginare che non fosse solo, ma che con lui, con ogni probabilità in ruoli subalterni, vi fossero altri Cavalieri e Scudieri. Il fatto, poi, che il luogo cui viene legato nel nome sia, anziché il capoluogo Monteleone, proprio Bivona, genera ulteriori considerazioni che ben si adattano ad un possibile – forse temporaneo, ma certamente conosciuto dalle autorità del periodo – insediamento templare”.
Alla luce di queste considerazioni, è verosimile immaginare un presidio templare in questa zona della Calabria tirrenica. “Al momento, si tratta solo di prime supposizioni non ancora verificate – conclude Maurizio Bonanno – una teoria per spiegare il mistero dell’esistenza – questa, invece, storicamente confermata da documenti – di un Templare chiamato fra’ Oliviero di Bivona”.
Insomma, un mistero, un nuovo mistero legato ai Templari, ancora tutto da rivelare e che apre nuove opportunità alla ricerca storica. Argomento che ha affascinato il folto pubblico presente, che ha mostrato particolare interesse. All’incontro era presente anche il presidente della sezione provinciale dell’ANCRI, l’associazione dei Cavalieri della Repubblica, Gaetano Paduano, che, nel complimentarsi con l’autore per gli studi condotti, ha voluto suggellare i rapporti con l’Accademia Templare consegnando a Maurizio Bonanno, che della sezione vibonese dell’Accademia è il Direttore, il guidoncino ufficiale dell’associazione in segno di stima ed impegno per future collaborazioni

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