Cultura & Spettacolo

Vibo nel ricordo di Luigi Tenco, tra la musica la città ritrova se stessa

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Riproposto un Luigi Tenco in chiave swing-jazz. La grande partecipazione e il successo di pubblico sintomo del fatto che forse Vibo sta ritrovando la sua anima…

di MICHELE LA ROCCA

Un Luigi Tenco riproposto come non si era mai sentito. Forse la magia del jazz, misto a swing, un po’ di rock ed altre sonorità, ha regalato un omaggio al grande cantatutore piemontese come forse nessuno se l’aspettava e come solo il cuore calabrese sa rendere bene. Al teatro Moderno di Vibo Valentia, lo spettacolo a lui dedicato è volato leggero come una farfalla, novanta minuti intensi che sono sembrati anche fin troppo pochi per la bellezza delle canzoni, delle interpretazioni, personalizzate e ben riarrangiate e degli interpreti. A riunire tutti i fili della serata da il dietro le quinte ci ha pensato la direttrice Maria Teresa Marzano, che ha organizzato l’evento con Gilberto Floriani, con l’instancabile co-autore Cristiano Montesano. Mentre la conduzione è stata affidata alla coppia inedita di presentatori formata dalla bella e brava Rosanna Gambardella e Gianluca Veltri.

I successi. Natalia Saffioti con la meravigliosa intonazione a cappella di Vedrai, ha regalato i primi brividi della serata. Un ouverture straordinaria, seguita da Domenico Barreca con la Esemble Piccola Orchestra con uno dei capolavori di Tenco, Ho capito che ti amo, e dalla cantante italo-brasiliana Ingrid Naglieri, accompagnata dal Toxicity Trio, che ha riproposto, tra le altre la rivoluzionaria, per l’epoca, Cara maestra. Il sociologo Giap Parini, tra una canzone e l’altra, ha ripercorso quei magnifici anni sessanta segnata dal boom economico e dalle contestazioni di fine decennio. A seguire l’attore vibonese Dario Costa ha raccontato, in un monologo intenso, i momenti della tragica morte di Luigi Tenco, legata con un filo sottile al non brillante esito sanremese di Ciao amore ciao, proposta allora con Dalida, e riproposta in chiave moderna da Domenico Barreca e Chiara Tomaselli, accompagnati dal Mirror Quartet. Quest’ultima ha poi cantato Se stasera sono qui, un altro capolavoro, prima che sul palco del Moderno salissero Roberto Cherillo, con la sua straordinaria vocalità, al pianoforte, e in maniera delicata ma sentita Sasà Calabrese al contrabbasso (Quello che conta) a regalare momenti di sperimentazione e musicalità intensa.

L’anima di Vibo. La musica popolare di Peppe Servillo e Natalio Mangalavite, ha inebriato la platea con sonorità accese e interpretazione anche ironica di Un giorno dopo l’altro. Scena inondata subito dopo dai ritmi meridionali dei Parafonè con Angela e Amore Amore mio, con il pubblico coinvolto e partecipe. Gran finale con Lontano lontano e poi tutti sul palco. Da qualche parte del mondo, non molto lontano, Luigi Tenco avrà apprezzato anche i lunghi applausi che, per tramite, gli sono stati tributati dal pubblico del Moderno. Le emozioni non hanno tempo, vero Maria Teresa Marzano? La grande partecipazione e il successo di pubblico ha detto anche che forse Vibo Valentia sta ritrovando la sua anima. Quella vincente degli anni cinquanta e sessanta. Chissà.

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