Cronaca

‘Ndrangheta, boss tenta il suicidio nel carcere di Tolmezzo. Ecco di chi si tratta (FOTO)

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Per la Dda sarebbe il reggente di uno dei clan più potenti di Laureana di Borrello. Era arrestato nell'operazione Lex mentre assisteva al parto della figlia

di MIMMO FAMULARO

E' Angelo Lamari, 50 anni, il detenuto di origini calabresi che ha cercato di uccidersi nella sua cella del super carcere di Tolmezzo. Venerdì scorso gli era stato applicato il 41 bis con tanto di trasferimento ad altro istituto penitenziario. Il tempestivo intervento degli agenti della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio e l'uomo, che aveva tentato di impiccarsi, è stato salvato giusto in tempo senza alcuna complicazione. Ora sta bene e nelle prossime ore verrà completata l'assegnazione ad altro istituto già decisa prima del tentato suicidio.

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Lamari Angelo

Il profilo. Non è un detenuto qualsiasi Angelo Lamari (nella foto). Per la Direzione distrettuale antimafia di Reggio è il reggente dell'omonima cosca operante a Laureana di Borrello. Un boss per i magistrati, ma anche un imprenditore che gestiva gli affari del clan tra la Calabria e Milano dove viveva. Proprietario della squadra calcistica della città, la Laureanese, ma anche di un supermercato e di un'azienda agricola. Temuto e rispettato nel suo paese d'origine, già noto alle forze dell'ordine e condannato per droga, Angelo Lamari è spesso finito al centro della cronaca. Il fratello Carmelo si trova ristretto al 41 bis mentre lui lo scorso novembre è stato coinvolto nella maxi operazione denominata in codice Lex che ha portato all'esecuzione di una quarantina di fermi e colpito le varie consorterie criminali operanti a Laureana di Borrello. I Chindamo, i Ferrentino ma anche i Lamari.

Arresto in sala parto. Le manette ai polsi scattarono mentre era in ospedale a Carate Brianza, in provincia di Monza. E' stato qui che i carabinieri lo hanno arrestato insieme al figlio Mattia di 19 anni e al genero Fabio Mastroianni di 29 e padre del nipote dato alla luce proprio quel giorno.

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L'accusa.  Secondo quanto emerso dall'inchiesta Lex, Angelo Lamari sarebbe “il capo, promotore ed organizzatore della associazione, con compiti di decisione e gestione, per il tramite del genero Mastroianni Fabio, di immobili di ingente valore in provincia di Varese, nonché di attività imprenditoriali in Calabria e in Lombardia, fittiziamente intestate a prestanomi. Egli è peraltro reale proprietario della squadra di calcio denominata Polisportiva Laureanese, atteso l’intervento riscontrato dalle indagini sulle dirigenze delle squadre rivali per “truccare” gli esiti delle competizioni calcistiche”;

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