Politica

L’INTERVISTA | Movimento sovranista per l’Italia, Arena: “Basta con Europa delle banche”

arena-mimmo.jpg

Il coordinatore regionale si sofferma sugli interventi politici condizionati da Bruxelles, sulla precarizzazione del lavoro e critica la Regione guidata da Mario Oliverio

L’imprenditore Domenico Giovanni Arena è il nuovo coordinatore regionale del Movimento nazionale per la sovranità, il partito nato il 20 febbraio dalla fusione di più anime culturali sociali e movimentiste per rilanciare un progetto sovranista per l’Italia. All’assemblea nazionale erano presenti i delegati calabresi di Azione Nazionale a cui Arena aveva da tempo aderito. La base unanimemente ha sostenuto la sua candidatura a ricoprire il ruolo guida in Calabria riconoscendogli quelle doti e capacità atte a far crescere MNS ed il territorio, vista la sua storia imprenditoriale, la sua attiva partecipazione e il sostegno ad attività economiche, culturali e sociali in Calabria. Arena, d’altronde, è uomo che in passato ha saputo captare su di sé migliaia di consensi: già presente alle elezioni europee del 2014, ha deciso di accettare una scommessa finalizzata alla creazione di un’estesa area politica con l’obiettivo di restituire la sovranità ai popoli, a partire da quello italiano

Che cos’è il Movimento Nazionale per la Sovranità?
E’ il tentativo di creare una estesa area politica con l’obiettivo di restituire la sovranità ai popoli, a partire dal popolo italiano.

Mentre da molte parti si chiede di rinunciare a sempre maggiori quote di sovranità nazionale a favore di organismi sovranazionali, voi proponete di riprendere anche quanto già ceduto. Perché?

L’articolo uno della nostra Costituzione afferma che “….La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” Il popolo italiano non può quindi rinunciare alla sovranità, per cui tutte le sottrazioni a cui è stato sottoposto sono illegittime.

Ma gli effetti di queste rinunce non sono stati positive?
La quasi totalità delle leggi approvate dal Parlamento italiano negli ultimi anni deriva dall’attuazione di direttive della Commissione Europea, un organismo non eletto i cui componenti sono in gran parte sconosciuti ai cittadini. Queste direttive sono ispirate da una logica iperliberista che tutela l’interesse della grande finanza a danno dei poli.
La crisi economica, la precarizzazione del lavoro, la riduzione delle tutele sociali, la privatizzazione di interi settori strategici dell’economia italiana, l’abbandono del Sud, sono frutto di queste politiche. In Germania, a differenza di quanto accade in Italia, le direttivi europee possono essere recepite solo se non in contrasto con le norme costituzionali.

L’Unione Europea è quindi da cancellare?

È il modo in cui l’Unione Europea è stata realizzata che è sbagliato: invece che l’Europa dei popoli è stata realizzata l’Europa dei mercati e delle banche.
Noi siamo europeisti, ma la nostra Europa è l’Europa del Lavoro, della Filosofia, della Musica, della Poesia, del Partenone, del Colosseo, delle Cattedrali. Non quella dominata dalle banche.

Il Movimento Nazionale per la Sovranità chiede di uscire dall’Euro?

Uscire dall’euro è una semplificazione. Bisogna restituire la sovranità monetaria agli Stati.

Lei ha accennato all’abbandono del Sud, quali soluzioni propone il Movimento Nazionale per la Sovranità per affrontare la “questione meridionale”?

La questione meridionale oggi va inquadrata in un contesto molto più vasto. La rinascita del Sud non può prescindere da una politica di pacificazione del Mediterraneo e da un massiccio intervento dello Stato per arrestare il dissesto idrogeologico, valorizzare le risorse naturali, qualificare professionalmente i giovani e riconoscere il merito come unico criterio di selezione. Tutto questo diventa difficile, se non impossibile, con una Unione Europea che vieta gli “aiuti di Stato”.

Qual è il suo giudizio sul Governo della regione Calabria?

L’inefficienza del governo regionale è sotto gli occhi di tutti. Nei prossimi giorni avremo forse un nuovo assetto della Giunta. È evidente che anche il Governatore si rende conto dell’inefficienza, ma non è cambiando qualche assessore che miglioreranno le cose. Non si può governare senza una visione, senza un progetto politico che parta dalla realtà.

La nascita del vostro Movimento è stata promossa da Gianni Alemanno e Francesco Storace. Non crede che possa apparire come qualcosa di vecchio?

Nessuno andrebbe a farsi curare da un medico che non ha mai fatto il medico, o difendere da un avvocato che non ha mai fatto l’avvocato. Solo in politica sembra che l’incompetenza e il dilettantismo siano diventati un merito. Noi crediamo che la Politica, quella che deve costruire il destino dei popoli, debba sapere mettere insieme esperienza e giovanile entusiasmo. È quello che stiamo cercando di fare.

Il Movimento Nazionale per la Sovranità non rischia di essere l’ennesimo partito di una destra già frantumata?

È vero che molti di quelli che hanno promosso la nascita del nostro Movimento provengono da esperienze politiche in quella che è stata la destra italiana, ma destra e sinistra sono categorie politiche che hanno perso il loro significato. Oggi lo scontro è fra una élite sovranazionale che vuole governare il mondo e i popoli che vogliono essere liberi. Il desiderio di sovranità, anche se parte da destra, va oltre i confini della cosiddetta “destra” tradizionale. Noi abbiamo l’obiettivo di promuovere la nascita di un grande schieramento per la sovranità e la libertà dei popoli.