Economia & Società

Don Ciotti a Locri: “Lavoro, scuola e servizi primo antidoto alla peste mafiosa” (VIDEO)

manifestazione-a-locri-in-ricordo-vittime-della-mafia-2.jpg

Oltre 25mila persone al corteo con il quale l'associazione Libera celebra a Locri la 22esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie


La primavera, stagione di rinnovamento, arriva in Calabria. Sui suoi passi, con la speranza di riuscire a cambiare questa società, parte il corteo con il quale l'associazione Libera celebra a Locri la 22esima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In testa al corteo ci sono i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan "Luoghi di speranza, testimoni di bellezza". Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi. A seguire i gonfaloni, le autorità e migliaia di persone giunte da tutta Italia.

LEGGI QUI | Giornata della memoria, in migliaia a Locri per ricordare le vittime di mafia

L'integrazione. Alcuni ragazzi minorenni originari di vari Paesi africani sbarcati in Calabria nei mesi scorsi a bordo di barconi portano una grande bandiera con i colori della pace che segue i familiari delle vittime innocenti delle mafie, i quali aprono il corteo. Ad assisterli il mediatore culturale Franck Mba, camerunense, arrivato a Milano nel 2002 e poi trasferitosi nella Locride proprio per aiutare i giovani migranti minorenni.

LEGGI QUI | Libera, don Ciotti incontra Vibo: "Il cambiamento ha bisogno di noi" (FOTO)

Rispetto. "Orgogliosa di avere sposato uno sbirro". É la scritta che la vedova del brigadiere Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 luglio del 1990, ha scritto sulla propria camicia bianca con la quale sta marciando a Locri nel corteo di Libera. "Quando ho visto le scritte di ieri - ha detto - mi sono arrabbiata, mi si è rivoltato lo stomaco. Da qui l'impulso di fare questa maglietta. Sono moglie e mamma di un carabiniere e oggi mi sento la mamma di tutti i carabinieri d'Italia. Gli sbirri sono persone perbene. Rispetto!".


Boldrini. "Sono orgogliosa che oggi, 21 marzo, per la prima volta si celebri per legge la Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie". Lo afferma la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini. "Dopo tanti anni di mobilitazione dei cittadini contro la criminalità organizzata, dal Parlamento italiano è finalmente arrivato - con il voto unanime espresso dalla Camera 20 giorni fa - il riconoscimento ufficiale che questa partecipazione meritava. Voglio esprimere la mia affettuosa solidarietà a don Luigi Ciotti: le ignobili minacce che ha ricevuto, poche ore dopo l'importante visita a Locri del Presidente della Repubblica, dicono che non c'è nessun rischio di ritualità nelle migliaia di iniziative che oggi, grazie a Libera e tante altre associazioni, si svolgono in tutto il Paese", sottolinea.

Giornata della memoria, in migliaia a Locri per ricordare le vittime di mafia ‘Ndrangheta, Gratteri: “Frasi sui muri di Locri? Scritte da tifosi dell’anti-Stato”
Scritte contro don Ciotti, a caccia di riscontri nei filmati di videosorveglianza La scritta inquietante “Don Ciotti sbirro” e la condanna del mondo istituzionale

"Oltre 20 mila persone". E' questo l'annuncio dal palco all'arrivo del presidente del Senato, Pietro Grasso, arrivato con il corteo nella piazza centrale. Le scritte di ieri a Locri "se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento che è un movimento per la legalità e per l'affermazione della cultura della legalità che non è solo rispetto delle leggi ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore sopratutto ai nostri giovani", afferma il presidente del Senato, Pietro Grasso, a Locri. "Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell'ordine che hanno perso la vita e nessuno li puo' etichettare e insultare". Così don Luigi Ciotti, prima dell'inizio della cerimonia in piazza.

Don Luigi Ciotti: "Siamo qui - dice il fondatore di Libera nel suo intervento - perché amiamo la vita. E abbiamo un debito con chi è stato assassinato. Abbiamo un debito con le loro famiglie. Ma, vi prego, non basta più ricordare: bisogna farli vivere nel nostro impegno, ci esortano ad essere noi più vivi. Ci hanno lasciato un'eredità: la speranza di una società più giusta e umana, a noi il compito di realizzarla”. “Ogni persona è chiamata a contribuire per il bene comune che è premessa di quello individuale”. Il sacerdote pone così l'accento sul concetto di responsabilità, un concetto che attiene all'azione di ogni singolo individuo, chiamato a costruire il bene comune senza delegare ad altri. “Lavoro, scuola, percorsi educativi, servizi sociali restano il primo antidoto alla peste mafiosa”, aggiunge. Poi il tema dell'economia e della cura dell'ambiente, come salvaguardia del creato. “Bisogna restituire l'economia alla vita”, continua, per costruire una società in cui vi siano diritti riconosciuti per tutti. “I diritti – afferma ancora – sono il presupposto di ogni progresso sociale, civile ed economico”. “I giovani – dice – hanno bisogno di risposte nel nostro presente, se no fanno fatica a vedere il futuro”. Per questo don Ciotti rivolge un messaggio ai sindaci: “Lavorate per la città educativa”. “Le mafie non uccidono solo con la violenza, vittime sono anche i morti vivi, le persone a cui le mafie tolgono la speranza e la dignità. E penso alle tante vittime di usura. Ci sono anche i morti vivi, che si rassegnano all'agonia etica ed esistenziale”.

GUARDA LA DIRETTA STREAMING DI LIBERA

*foto Ansa