Cronaca

Catanzaro, la denuncia degli automobilisti: “Il Ponte Morandi cade a pezzi” (FOTO)

L'Anas assicura che il viadotto sulla Fiumarella regge il carico viario, ma alcuni automobilisti e passanti preferiscono percorrere strade alternative 


Nonostante il capo dipartimento Anas della Calabria ha rassicurato circa un anno fa il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo sulle “buone condizioni statiche" del ponte Morandi in grado di sopportare il carico viario, quei piloni spaventano. Alcuni automobilisti e cittadini evitano di passarci scegliendo percorsi alternativi, altri si affidano al cielo nel percorrerlo. “Il cemento è scoppiato e ha portato fuori i ferri - affermano alcuni cittadini che hanno sollecitato la nostra redazione con una serie di lettere - è evidente che necessita di manutenzione. Cadono di continuo i calcinacci. Dentro i piloni, si vede benissimo che c’è il vuoto”.

Niente allarmismi. Lungi dal voler creare inutili allarmismi, quel ponte che collega il centro di Catanzaro con la strada dei Due Mari e che costituisce l’emblema della città dei tre colli desta non poche preoccupazioni. Infatti è risaputo che il calcestruzzo anche quello di buona qualità non è eterno e che il ponte Morandi, detto anche ponte Bisantis o viadotto della Fiumarella di anni dietro le spalle ne ha parecchi.

L'appello. Questa è solo l’ultima delle infinite denunce che in questi ultimi anni, tra associazioni e singoli cittadini, hanno interessato il viadotto, fondamentale raccordo viario tra i versanti ovest (quartiere Gagliano), nord (Sila), sud (Statale 280, quartiere Lido Lido), centro storico (tunnel del San Giovanni, rotatoria Gualtieri, raccordo di via Carlo V) e anche per il versante est (quartiere Siano). “Vogliamo evitare tuonano i cittadini che si verifichino conseguenze più gravi di una caduta di calcinacci, noi passanti e cittadini potremmo restarci secchi”. E lanciano un appello al primo cittadino Abramo: “ci auguriamo che intervenga al più presto, quel ponte in queste condizioni non ci può stare ne va dell’incolumità pubblica”.

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