Cronaca

Inchiesta “Robin Hood”, nuovo verdetto del Riesame: scarcerato Claudio Isola

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Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato del 38enne di Vibo disponendo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare

di MIMMO FAMULARO

Torna in libertà Claudio Isola, 38 anni di Vibo Valentia, arrestato lo scorso 2 febbraio nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e denominata in codice “Robin Hood” che ha portato all’arresto di nove persone tra politici, imprenditori e dirigenti regionali.

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Scarcerato. Il Tribunale del Riesame ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Angelo Spasari del Foro di Vibo Valentia e ha disposto l’immediata scarcerazione del 38enne dipendente dell’Amministrazione comunale di Vibo Valentia. Annullata dunque l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della locale Procura che ipotizzava nei confronti di Isola i reati di estorsione aggravata dalle modalità mafiose e abuso d’ufficio. Entrambe le accuse non hanno retto al vaglio del Tribunale della Libertà. Le motivazioni saranno depositate entro i prossimi 45 giorni. Intanto Isola lascia con effetto immediato il carcere di Vibo Valentia dove si trovava recluso dallo scorso 2 febbraio quando è scattata l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza.

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L’inchiesta.  L’inchiesta ha svelato la distrazione di fondi comunitari destinati al
“Credito sociale”, sottratti ai veri destinatari, alle famiglie più disagiate,  somme cospicue impiegate, invece, per scopi personali. Un meccanismo escogitato ad hoc, secondo le ipotesi di accusa, dall’ex assessore al Lavoro Nazzareno Salerno, che avrebbe esercitato una pressione continua nei confronti dei dirigenti del proprio assessorato, per imporre
scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalità nella gestione del progetto “Credito sociale”, complici Vincenzo Caserta e Pasqualino Ruberto. Sarebbe bastato esternalizzare il servizio, sottraendolo a Fincalabra, ente in house della Regione. Nazareno Salerno, raggiunto anche lui da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, avrebbe affidato la procedura per assegnare il servizio di esternalizzazione a Vincenzo Caserta, considerato la longa manus dell’ex assessore secondo gli inquirenti. Caserta, poi, avrebbe affidato la gestione dello strumento di ingegneria finanziaria alla fondazione Calabria Etica, in realtà priva dei requisiti per la gestione di uno strumento finanziario di microcredito. E nel giro di pochi giorni il servizio sarebbe passato alla Cooperfin.

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