Cronaca

‘Ndrangheta, Mantella e quei “misteriosi” colloqui investigativi dopo l’omicidio Scrugli

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Il pentito vibonese era stato “invitato” a collaborare con la giustizia già nel 2012: “Ero detenuto in Sardegna e mi hanno portato alla Questura di Castrovillari”

di MIMMO FAMULARO

Il 21 marzo del 2012 la faida tra i Patania di Stefanaconi e i Piscopisani tocca l'apice. Quel giorno si registrano il tentato omicidio di Franco Calafati e, soprattutto, l'omicidio di Francesco Scrugli. Tutto nel giro di pochissime ore. L'episodio più cruento si verifica a Vibo Marina in un palazzo ubicato sulla spiaggia del Pennello. E' qui che si registra l'agguato che costa la vita a Francesco Scrugli, ritenuto un killer sanguinario, e il tentato omicidio di Rosario Battaglia e di Raffaele Moscato (oggi collaboratore di giustizia), scampati per miracolo alla trappola tesa nel tardo pomeriggio di quel primo giorno di primavera dai killer assoldati dai Patania.

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Vibo Marina omicidio ScrugliQuei "misteriosi" colloqui investigativi. La vittima non è una persona qualsiasi, ma è un elemento di spicco della criminalità organizzata della zona. Francesco Scrugli, oltre ad essere ritenuto dagli inquirenti uno dei killer dei Piscopisani, era infatti considerato il luogotenente ed il braccio destro di un altro boss emergente, Andrea Mantella, detenuto proprio in quei giorni un carcere in Sardegna. Subito dopo quell'agguato, qualcuno pensa a lui e tenta un primo "approccio". In gergo viene definito “colloquio investigativo”.


Già qualche mese fa, nel novembre dello scorso anno, in occasione della deposizione di Mantella, nei panni di collaboratore di giustizia, al processo “Purgatorio”, in corso di svolgimento a Vibo Valentia, la difesa dell'ex dirigente della Squadra Mobile di Vibo, Maurizio Lento, aveva chiesto l'acquisizione nelle carceri di Rossano, Spoleto e Rebibbia dell’estratto del registro da cui dovrebbero risultare i colloqui investigativi di neo-pentito con le forze di polizia al fine di stabilire se ci sono stati e le date in cui sarebbero avvenuti. In quell'occasione il pm Annamaria Frustaci si oppose: “Non si parla di colloqui investigativi e ove vi fossero – disse - sarebbe attività su cui vige il segreto istruttorio”. Nuovi particolari sono però emersi nel corso dell'escussione di Mantella quale teste in una delle ultime udienze del processo “Andromeda” contro i clan lametini che si è tenuto davanti al gup Gaetano Giulio De Gregorio e che è andato a sentenza proprio pochi giorni fa con 33 condanne e 6 assoluzioni. (LEGGI QUI).

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Dichiarazioni inedite. Rispondendo alle domande degli avvocati Vincenzo Cicino e Salvatore Staiano, Mantella ha rivelato qualche dettaglio fin qui inedito confermando di aver avuto un primo “contatto” con le forze di polizia già prima della sua collaborazione. “Ho avuto il primo colloquio investigativo alla Questura di Castrovillari – afferma collegato in videoconferenza da un sito protetto con l'aula del Tribunale di Catanzaro – dopo che hanno eliminato Francesco Scrugli e quindi credo che siamo nel 2012”.


Mantella non fa nomi e non precisa chi erano gli investigatori che si sono presentati davanti a lui in “borghese”: “Sinceramente – ribadisce – non li conosco, non si sono qualificati e mi hanno detto se avevo maturato l'idea di collaborare e io gli dissi di no perché non mi interessavano queste cose”. In pratica dopo l'omicidio Scrugli, Mantella venne portato dalla Sardegna al carcere di Rossano e, da qui, trasferito alla Questura di Castrovillari per un primo colloquio investigativo che non andò a buon fine per il rifiuto dell'allora boss a collaborare con la giustizia. “Mi hanno detto solo - dichiara - se c'ho sete e ho detto di sì, mi hanno dato una bottiglietta di acqua fresca, mi hanno detto: 'Vuoi collaborare?', gli ho detto: 'No, perché non mi interessano queste cose'”.

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Andrea Mantella la legge è uguale per tuttiDa boss emergente a pentito. L'idea di “saltare il fosso” matura quattro anni dopo. In un'altra primavera, quella del 2016. “Io ho deciso di collaborare – precisa – a fine aprile, se non erro il 24, il 25 e il 26 aprile. Chiedo di poter parlare con il dottore Falvo. Già il discorso era inoltrato e questo lo può riscontrare dalle date perché in matricola ci sono. Due giorni dopo, credo che siamo al 25 aprile, giorno della Liberazione, vengo a contatto con 'La Gazzetta del Sud' e da lì apprendo che anche Pasquale 'Millelire' (Giampà) stava collaborando con la giustizia, ma io avevo già deciso per me”. Arriva il 4 maggio del 2016 e Andrea Mantella diventa ufficialmente un pentito iniziando a riempire pagine e pagine di verbali quattro anni dopo quel “misterioso” colloquio investigativo.

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