Cronaca

Omicidio Caccia, l’ex militante vibonese di Prima Linea D’Onofrio: “Non c’entro nulla”

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L’indagato vibonese non ci sta ad essere coinvolto nel delitto del procuratore torinese e parla per bocca del suo legale

Francesco D’Onofrio, 62 anni, l’ex militante di Prima Linea, si difende
dall’accusa di omicidio del procuratore torinese Bruno Caccia, una volta
appresa la notizia di essere iscritto nel registro degli indagati.
Attraverso il suo legale Roberto Lamacchia, si è detto “completamente
estraneo a qualsiasi tipo di coinvolgimento nella vicenda”. A fare il nome
di D’Onofrio, che oggi è libero, è stato Domenico Agresta, un pentito di
‘ndrangheta. E’ alla criminalità organizzata calabrese, secondo una
sentenza diventata ormai definitiva, quella della condanna all’ergastolo
del boss Domenico Belfiore, che viene attribuita l’uccisione del
magistrato, avvenuta nel 1983. D’Onofrio, che è originario di Vibo
Valentia, è indicato dal collaboratore di giustizia come uno dei due
esecutori del delitto.

Omicidio del magistrato Bruno Caccia, spunta il nome di un ex brigatista vibonese
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