Cronaca

Processo ai Mancuso, appena 9 condanne: i capi storici tornano in libertà

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Il verdetto di primo grado di “Black Money” smonta il castello accusatorio. Ben 12 le assoluzioni. Tra queste quella del boss Pantaleone Mancuso

Sarebbe stata in ogni caso una sentenza destinata a fare storia. Ed il verdetto non ha tradito le attese. Nel pomeriggio di ieri, il Tribunale di Vibo Valentia ha stabilito che non c’è associazione mafiosa riconducibile alla cosca Mancuso di Limbadi, sorprendendo pure gli avvocati della difesa e gli stessi imputati. Il tutto a nove anni di distanza dalla sentenza Dinasty Affari di Famiglia andata in direzione decisamente contraria. In quel caso l’esistenza della cosca era stato sancito in maniera chiara ed inequivocabile.

Ieri pomeriggio i boss sono così tornati in libertà e con loro quanti erano finiti dietro le sbarre a seguito dell’operazione Black Money, da cui sarebbe scaturito l’omonimo processo. Appena nove condanne per complessivi 48 anni di carcere: questo è stato decretato dal collegio giudicante comporto da Vincenza Papagno, Giovanna Taricco e Pia Sordetti. E la lettura della sentenza veniva accompagnata dai salti di gioia dentro la cella dell’aula bunker del Tribunale di Vibo Valentia per una libertà che in pochi ieri avrebbero sperato di riacquistare.

Processo ai Mancuso, 9 condanne e 12 assoluzioni. L’accusa non regge (FOTO)

Invece, le porte del carcere si sono riaperte. Dal penitenziario di “Opera” è uscito Antonio Mancuso, rinchiuso da 4 anni in regime di 41 bis a seguito delle minacce del pm Marisa Manzini e del vice questore Rodolfo Ruperti. E’ tornato libero pure Giovanni Mancuso, al quale è stata inflitta la pena più alta, 9 anni di reclusione. E con lui Giuseppe Mancuso condannato ad appena 1 anno e sei mesi, Gaetano Muscia, Agostino Papaianni che non stava nella pelle mentre ascoltava la lettura del dispositivo. Condannati l’imprenditore Antonio Prestia ed Antonio Velardo. Assolto, infine,  dall’accusa di associazione il boss Pantaleone Mancuso, che resta detenuto per altri gravi reati. 

 

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