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Consiglio regionale, proposta bipartisan per “ripristinare” i vitalizi: scoppiano le polemiche

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Battaglia si difende: “Il progetto di legge mira ad introdurre il sistema contributivo previdenziale per gli eletti che non ha nulla a che vedere con il vecchio assegno vitalizio”

Il 9 febbraio scorso è stata depositata una proposta di legge regionale sulla “Disciplina del sistema previdenziale di tipo contributivo e del trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali”. Il testo nasce dall’impulso di diversi consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione. E la  proposta è al vaglio della commissione Affari istituzionali per l’esame di merito e della commissione Bilancio per il parere finanziario. La notizia, nelle ultime ore, ha scatenato una serie di reazioni, dal momento che alcuni sarebbero portati a ritenere la proposta come una sorta di tentativo di “ripristinare” una misura analoga al vitalizio, precedentemente abolito.

Le precisazioni. Il consigliere regionale Domenico Battaglia (Pd) ha pertanto ritenuto di intervenire per “fare alcune precisazioni”. “L’articolo 2, comma 1, lettera m, del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, (Decreto Monti) convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213 – spiega il consigliere Battaglia – ha istituito e disciplinato un sistema previdenziale di tipo contributivo per i Presidenti delle Regioni, dei Consiglieri e degli Assessori regionali. Con deliberazioni del 14 dicembre 2011 e 30 gennaio 2012, l’Ufficio di Presidenza della Camera ha operato una profonda trasformazione del regime previdenziale dei Deputati con il superamento dell’istituto dell’assegno vitalizio – vigente fin dalla prima legislatura del Parlamento repubblicano – e l’introduzione, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, di un trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo, sostanzialmente analogo a quello vigente per i pubblici dipendenti. Con il progetto di legge depositato, pertanto – sostiene il consigliere del Pd – si mira ad introdurre anche in Calabria, come è stato già deliberato e applicato dalle altre Regioni d’Italia, a distanza di due anni dall’inizio della X legislatura, il sistema contributivo previdenziale per gli eletti in Consiglio regionale che non ha nulla a che vedere con il vecchio assegno vitalizio in vigore fino alla precedente legislatura. Anzi, il ritardo della non applicazione della legge statale del 2013 da parte dell’Amministrazione regionale – aggiunge l’esponente politico – potrebbe far sorgere possibili contenziosi giuridici nei due anni già trascorsi per i mancati versamenti previdenziali. Pertanto – conclude Domenico Battaglia – si ribadisce in maniera netta che la proposta di legge presentata introduce, nel rispetto delle normativa statale vigente, un sistema previdenziale uguale – anche per quanto concerne le trattenute (8,80% a carico del Consigliere e 24,20% a carico del Consiglio) – a quello previsto dalla Camera dei Deputati e dalle altre Regioni d’Italia ed in analogia a quello vigente per i dipendenti pubblici”.