Cronaca

Strage sfiorata a Lamezia, 12enne ferito. Il garante: “La mafia non rispetta i bambini”

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Stamane, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ha contattato i medici che sono stati chiamati a prestare soccorso al bimbo di dieci anni, rimasto ferito ieri sera in una sparatoria a Lamezia Terme, in cui ha perso la vita lo zio del malcapitato piccolino. Dai sanitari, il Garante ha appreso che “le condizioni non sono particolarmente gravi, anche se la pallottola è vicina a vasi sanguigni molto delicati”.

Il contributo dei sanitari. Marziale esprime il proprio ringraziamento “al personale medico per l’alta professionalità e amorevolezza nell’esercizio delle proprie funzioni” e lancia un’invettiva “contro – afferma – coloro i quali hanno insanguinato ancora una volta le strade della Calabria, senza tenere minimamente in considerazione la presenza di un ignaro bambino. Ciò dimostra quanto sia falsa e artatamente tendenziosa quella parte di pseudo letteratura che vede la mafia rispettosa dei bambini, nulla di più falso e ipocrita. Sebbene appare evidente che non fosse nel mirino proprio il piccolo, rimane il fatto che davanti al bimbo non hanno avuto reticenza a sparare”.

La riflessione. “La mafia è morte, la mafia è privazione di ogni libertà, la mafia è oltraggio alla dignità della persona, la mafia preclude lo sviluppo della società e impedisce che il territorio possa crescere di pari passo con il contesto globale d’intorno e, agendo davanti ad un bimbo, addirittura colpendolo, dimostra di essere intenzionata ad uccidere finanche il futuro”, conclude il Garante.

Il sindacato di polizia. “In Calabria si torna a sparare e ad uccidere in perfetto stile Far West, con una criminalità che non si fa scrupoli nemmeno davanti alla presenza di un bambino. Ora basta, si cambi rotta e si affronti il problema in maniera concreta e potenziando gli apparati di sicurezza”. Questo il commento a caldo, rilasciato all’agenzia di stampa Agi, da Giuseppe Brugnano, Segretario generale regionale del Coisp, il Sindacato indipendente di polizia, subito dopo gli omicidi delle ultime ore avvenuti in Calabria, una a Lamezia Terme, dove è stato assassinato un fruttivendolo 57enne ed è rimasto ferito il nipote di appena 8 anni, e l’altro, nelle stesse, ore ad Acquaro, nel Vibonese, in cui è stata uccisa un’altra persona e ferita il fratello. “Non è possibile continuare a tollerare situazioni simili – ha aggiunto Brugnano all’agenzia – per questo la politica deve uscire dal suo torpore in cui sembra calata, finendo di coniare slogan sulla sicurezza per mettere invece in campo azioni concrete per debellare la criminalità”. “Da troppo tempo, ormai, lanciamo inascoltati l’allarme sicurezza nella nostra regione, evidenziando le tante carenze con cui ogni giorno sono costretti ad operare gli apparati di polizia. In Calabria siamo in guerra, in una notta impari con la ‘ndrangheta e con ogni altra forma di criminalità – conclude il segretario del Coisp Calabria – e non possiamo più continuare ad affrontarla senza personale, mezzi e attrezzature”.