Cronaca

Serra San Bruno, in salvo un cane torturato agonizzante per la strada

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Non si fermano gli episodi di maltrattamenti di animali nella nostra regione, che continua a registrare casi di uccisioni e barbare torture su povere bestie innocue e indifese. L’ultimo episodio ha come teatro Serra San Bruno, nel vibonese, dove qualche giorno fa un cane è rimasto agonizzante un’intera nottata, prima di essere avvistato e salvato da un passante, perché qualche balordo lo aveva impiccato alla ringhiera di una scala in un edificio abbandonato. Su quest’ennesimo fatto, che segue l’uccisione del cane Angelo a Sangineto e quella del gattino Stefano di Tortora, imbottito di petardi e così fatto morire a Natale, interviene il Delegato Nazionale dello Sportello legale “Difendiamo gli animali”, avvocato Anita Frugiuele, che rende noto come anche questo caso sarà seguito dal Diga per conto delle diverse associazioni animaliste assistite. “Non è concepibile – scrive poi il legale in una nota- registrare simili episodi senza restare attoniti e, soprattutto, senza preoccuparsi per la presenza di soggetti, evidentemente disturbati, nella nostra società. L’idea che ci siano in giro simili personaggi, che ingannano il tempo torturando barbaramente una povera e indifesa bestiola, è terrorizzante nella misura in cui tali comportamenti sono l’evidente espressione di un disagio psicologico, pericolosa anticamera di misfatti contro l’uomo. Proprio per questo si auspica quindi che gli autori di questa atrocità, al momento ignoti, vengano individuati e processati. Ricordiamo a questo proposito –prosegue l’avvocato Frugiuele- che i maltrattamenti contro gli animali costituiscono reato ai sensi del codice penale, che punisce chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona gli una lesione ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, prevedendo oltre alla multa da 5.000 a 30.000 euro anche la pena della reclusione da tre a diciotto mesi, che va da quattro mesi a due anni nel caso invece di uccisione”.

 

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