Cronaca

‘Ndrangheta, operazione “Conquista”: Nicola Bonavota respinge tutte le accuse

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Il 40enne di Sant’Onofrio, consegnatosi ai carabinieri, è comparso questa mattina davanti al gip del Tribunale di Vibo Valentia per l’interrogatorio di garanzia

E’ comparso questa mattina davanti al gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, per l’interrogatorio di garanzia Nicola Bonavota, il quarantenne di Sant’Onofrio accusato di essere uno dei mandanti dell’omicidio di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo, assassinati nel 2004.

‘Ndrangheta, operazione “Conquista”: si è consegnato ai carabinieri Nicola Bonavota (VIDEO)

bonavota-nicola-cl-76L’interrogatorio. Assistito dagli avvocati Nicola Cantafora e Nicola D’Agostino, Bonavota (nella foto) ha risposto alle domande del giudice respingendo le accuse e cercando di chiarire la sua posizione. L’interrogatorio si è svolto nella casa circondariale di Vibo Valentia dove si trova detenuto da domenica scorsa, dal giorno in cui si è consegnato ai carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio. Era sfuggito al blitz scattato all’alba del 14 dicembre messo a segno dai carabinieri contro il clan Bonavota, ritenuto dagli inquirenti tra i più potenti e sanguinari del Vibonese.

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Domani il verdetto. La decisione del gip è attesa nelle prossime ore, probabilmente domattina. Gabriella Lupoli dovrà decidere se convalidare o meno il fermo disposto dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Camillo Falvo che ha firmato l’inchiesta. Successivamente – come da prassi – gli atti verranno poi trasmessi per competenza al gip distrettuale di Catanzaro.

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foto-arrestati-operazione-conquista-bonavotaGli indagati. Erano sei le persone fermate nell’ambito dell’inchiesta che ricostruisce uno spaccato di storia criminale che affonda le sue radici ai primi anni del nuovo millennio. Gli inquirenti ritengono di aver individuato i mandanti e gli esecutori materiali degli omicidi di Raffaele Cracolici, detto Lele Palermo, ucciso il 4 maggio del 2004; nonché i mandanti e i killer di Domenico Di Leo, alias Micu i Catalanu, trucidato il 12 luglio del 2004. Negli atti dell’inchiesta si fa luce anche sui danneggiamenti e le intimidazioni perpetrate nei confronti dell’imprenditore vibonese, Pippo Callipo. Gli indagati devono quindi rispondere, in concorso e a vario titolo, di omicidio, detenzione di armi comuni da guerra, danneggiamenti ed estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso. Il gip di Roma non ha convalidato il fermo di Pasquale Bonavota, 42 anni, ritenuto il capo società (LEGGI QUI). Fermo convalidato nel caso invece di Domenico Bonavota, 37 anni, considerato il capo dell’ala militare dell’omonimo clan; Onofrio Barbieri, 36 anni, e Giuseppe Lopreiato, 22 anni (LEGGI QUI)Nel caso di Domenico Febbraio, 23 anni, anche lui di Sant’Onofrio, il gip di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, non ha rinvenuto gli estremi per convalidare il fermo, ma ha ugualmente applicato la misura restrittiva. (LEGGI QUI)

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