Cronaca

Catanzaro, radioattività sulla costa ionica: “Parametri nella norma” (VIDEO)

L’ex procuratore Porcelli tenta di sgonfiare il caso. I consiglieri provinciali accusano la trasmissione Le Iene di “procurato allarme” e “danno d’immagine”

Sulla vicenda del presunto inquinamento radioattivo a Calalunga di Montauro, sulla costa ionica Catanzarese è intervenuto Domenico Porcelli, negli anni ’90 procuratore della repubblica presso la procura circondariale di Catanzaro. Porcelli ripercorre la vicenda partendo dalle prime voci, parecchi anni fa, sull’inquinamento “poi rivelatesi assolutamente fantasiose e nate dall’iniziativa estemporanea di un professore di fisica di un locale liceo”.

Scoppia il caso. “I risultati dell’indagine con un contatore Geiger da parte del professore fecero rivelare indici elevati ed allarmanti e la notizia si diffuse tra gli alunni presenti sulla spiaggia e le loro famiglie per essere poi pubblicata sui giornali. Le pubblicazioni non furono solo causa di preoccupazione ma risvegliarono antichi ricordi su materiali radioattivi nelle reti dei pescatori, della morte di alcuni di essi per leucemia, dello spiaggiamento di strani bidoni raccolti ed allontanati da strani personaggi che indossavano tute di foggia e colori inusuali”.

L’indagine. Il fatto – sottolinea l’ex procuratore Porcelli – costituì oggetto di indagine, con delle misurazioni fino a Guardavalle, data la gravità delle ipotesi ventilate, che furono condotte con lo scrupolo più rigorose. Fu nominato un collegio di periti e vennero escluse tutte le possibilità di qualsiasi traccia di contaminazione radioattiva che non fosse quella naturale o dipendente dalla ricaduta delle scorie provenienti dal disastro di Chernobyl, per altro di livello modesto. Furono effettuati anche accertamenti sulle discariche di rifiuti solidi-u250x333-images-calalunga-calalunga_campioni2rbani del comprensorio che diedero esito negativo dal punto di vista radioattivo. Stessi risultati anche con i rilievi aerofotogrammetrici da parte dell’Aeronautica militare e con gli accertamenti epidemiologici. Contaminazioni radioattive, quindi – dice ancora Porcelli – non vi erano allora, specialmente con particolare riferimento al tratto di spiaggia che va da Copanello a Caminia, Calalunga ed oltre, e non esistono tuttora, come hanno evidenziato le recenti indagini dell’Arpacal e come ha reso noto senza ombra di dubbio e responsabilmente, con sue pubbliche dichiarazioni ufficiali, il prefetto di Catanzaro.

La relazione dell’Arpacal. Intanto il dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal, attraverso il suo laboratorio fisico, diretto da Raffaella Trozzo, ha depositato ieri la relazione tecnica sull’esito delle analisi sui livelli di radioattività nei campioni prelevati sulla spiaggia di località Calalunga di Montauro, in provincia di Catanzaro. L’Arpacal, non appena riceverà la liberatoria dall’autorità giudiziaria competente, renderà pubblici i dati.

Il consiglio provinciale. La provincia di Catanzaro si mobilita al fianco di cittadini, amministratori, associazioni e istituzioni affinché “in tutte le sedi e con ogni modalità percorribili”, si possa contribuire a riabilitare l’immagine della nostra regione che oggi risulta seriamente compromessa dopo le trasmissioni televisive nazionali relative al riscontro di presunti livelli elevati di radioattività lungo la Costa Jonica Catanzarese. Il consiglio provinciale di Catanzaro, convocato dal presidente Enzo Bruno, su richiesta di
consiglio provincialeconsiglieri di maggioranza e minoranza in merito alle preoccupanti problematiche ambientali emerse nei giorni scorsi nel territorio tra Montauro e Soverato, questa mattina ha affrontato la questione in maniera approfondita ascoltando anche la relazione del fisico dell’Arpacal Salvatore Procopio che, nell’illustrare i dati scientifici raccolti sulla spiaggia di Calalunga, ha ribadito come non esiste alcun rischio per la salute pubblica e i valori di radioattività rilevati non solo sono in linea con i valori medi riscontrati nel resto della zona, ma anche con tutta la Calabria. Al termine del dibattito, il presidente Bruno ha assicurato che l’ente è pronto ad istituire un tavolo permanente con gli attori coinvolti per monitorare la situazione, valutando anche se effettivamente sussistono le condizioni per la configurazione del reato di procurato allarme, sottoponendo al consiglio un documento che è stato approvato all’unanimità.

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