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Referendum, il premier Renzi a Reggio Calabria: “Superare l’immobilismo” (VIDEO)

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Il centro storico è chiuso al traffico e diverse arterie stradali sono off limits. Il presidente del Consiglio: “L’Italia ha diritto al futuro, non al passato”

Mezza città “blindata”. Così Reggio Calabria si è preparata per l’arrivo del premier Matteo Renzi. Chiuso al traffico il centro storico e off limits diverse arterie stradali. Ma il presidente del Consiglio ha fatto ingresso nella città in riva allo Stretto poco dopo le 13. L’appuntamento, per la chiusura della campagna elettorale a sostegno del “Sì” referendario, era previsto per le 12, nel teatro Cilea della città.

Renzi in Calabria

Teatro gremito. Il premier Renzi ha iniziato il suo discorso in un teatro Cilea gremito di persone. Al centro del discorso subito i fondi Cipe stanziati per la Calabria. Poi nel merito sulla riforma: “Abbiamo un sistema per cui la nostra forza a livello europeo è pari a zero, perché passiamo il tempo a cambiare i governi”.

Il discorso del premier. “L’Italia ha diritto al futuro, non al passato. A quelli che chiacchierano rispondiamo con i fatti. Il Governo ieri i soldi al Cipe per il sud li ha messi e non annunciati. La differenza è la concretezza” ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri in uno dei suo passaggi del discorso a braccio pronunciato dal palco del teatro reggino. “Gli altri sono i politici del condizionale. Il fatto è che loro da trent’anni i problemi dell’Italia non li hanno mai affrontati. Noi crediamo invece alla ripartenza del Paese. L’Italia due anni fa era bloccata, oggi qualcosa si muove e la riforma può accelerare la crescita e superare l’immobilismo degli ultimi trent’anni”. Non poteva mancare un passaggio sul Referendum: “La riforma muove nella direzione della stabilità di governo e quindi nell’attuazione efficace dei programmi. Ecco perché non è più sopportabile che un governo possa durare meno tempo di quanto possa vivere un gatto in autostrada”.

renzi-reggioLa democrazia del veto.  “Una democrazia fondata non sul diritto di voto ma sul diritto di veto”. Ha dichiarato Matteo Renzi, nel corso del comizio tenuto al teatro “Cilea” di Reggio Calabria, spiegando le ragioni del si’ al superamento del bicameralismo perfetto. Il premier ha mostrato sullo schermo alle sue spalle una cartina dell’Europa, indicando tra i 28 paesi dell’Europa le 15 nazioni che hanno un sistema monocamerale, e le 13 nazioni che hanno un sistema bicamerale, sostenendo che solo l’Italia ha un sistema bicamerale paritario. “C’è una spiegazione storica – ha detto Renzi – sarebbe bello risalire alle ragioni profonde del mancato accordo in sede di assemblea costituente, la Dc e il Pci non si trovarono d’accordo. La Dc voleva la Camera delle professioni, il Pci voleva la Camera delle autonomie e quindi non sapendo come ritrovarsi d’accordo tornarono allo Statuto albertino, del 1848, che vedeva la Camera eletta con livelli di suffragio molto discutibili, e il Senato, in cui era il re che metteva chi voleva lui per bloccare la Camera, una democrazia non fondata sul diritto di voto ma sul diritto di veto. Chi viene dalla Dc – ha aggiunto Renzi – ricorderà Don Luigi Sturzo e le parole straordinarie che dice contro il sistema bicamerale, tra l’altro lucidissime. Chi viene dal Pci ricorderà che Nilde Iotti appena eletta presidente della Camera va a Piombino a fare un discorso contro il bicameralismo paritario”.

IL VIDEO DEL FATTO QUOTIDIANO

Il Senato ed i senatori eletti con “17 click” “I cento senatori di domani saranno i rappresentanti dei territori”. Lo ha detto Matteo Renzi, nel corso del comizio tenuto al teatro Cilea di Reggio Calabria. “Questa riforma – ha proseguito il presidente del Consiglio – non è la mia riforma, è una riforma che il governo ha licenziato dopo avere ascoltato i professori, l’ha mandata alla Camera, 122 modifiche, 5mila votazioni, emendamenti. Alla fine – ha continuato – è venuto fuori un percorso in cui ci sono alcuni amministratori territoriali e alcuni sindaci, ma non è vero che non li eleggete. Il senatore conta meno di prima, vero, il senatore non da più la fiducia, il senatore non mette più bocca sul bilancio, il senatore da una mano sulle leggi che riguardano il proprio territorio, ma i cittadini votano per il senatore”. “Ci sono autorevoli esempi di persone che hanno preso 17 click nel blog e sono diventati senatori, che dicono ‘manca la legittimazione democratica’. Gente che li porti nel proprio Comune e non viene eletto nemmeno all’assemblea di condominio”, ha ironizzato il premier.

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