Politica

REFERENDUM COSTITUZIONALE | “Votare sì perchè l’Italia ha bisogno estremo di stabilità”

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di FRANCESCO LATINO IANNELLO*

Votare SI’ al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre permetterà all’Italia di conseguire un obiettivo prioritario rispetto agli altri obiettivi, non meno importanti, che la riforma si prefigge. Votare SI’ significa chiudere la lunga transizione del sistema politico italiano e di risolvere le criticità istituzionali aperte settant’anni prima. Dal 1993 ad oggi il sistema politico italiano è stato oggetto di “cambiamenti costituzionali” attraverso due tipi di innovazione: a) quelle di revisione formale al testo costituzionale; b) quelle relative alla cosiddetta “costituzione materiale”: modifica dei regolamenti parlamentari, introduzione di sistemi elettorali maggioritari e/o, se vogliamo usare un termine ancor più politologico, disproporzionali. L’Italia non è ancora riuscita ad avere un processo decisionale compiuto perché non vi è mai stata complementarietà tra le modifiche legate alla “Costituzione materiale” e le modifiche formali della nostra Carta costituzionale. Una Costituzione che è davvero la più bella del mondo in tutte le sue parti, ma che non è la più efficiente se si analizza la seconda parte, quella relativa all’organizzazione dello Stato, quella relativa all’impalcatura istituzionale. Oggi il nostro paese non può più permettersi il bicameralismo paritario, con la Camera e il Senato che hanno identiche funzioni.

iannello-fotoL’anomalia. Ma il punto nodale è rappresentato dall’anomalia di avere non solo due Camere che fanno le stesse cose, ma due Camere che, seppur chiamate a legiferare nella identica maniera, producono maggioranze parlamentari differenti! La ragione di questa grave disomogeneità, aggravatasi a partire dalle elezioni politiche del 1994, deriva da due macro-ragioni: a) il diverso elettorato attivo (18 anni per votare alla Camera, 25 anni per votare al Senato) che rappresenta una grave incongruenza; b) le diverse formule elettorali presenti sia nel sistema elettorale con maggioritario di collegio (Mattarellum), sia nel sistema proporzionale con premio di maggioranza (Porcellum) con i famigerati premi regionali al Senato.

Rischio instabilità. In un sistema parlamentare come il nostro, che prevede ancora il doppio meccanismo fiduciario, è chiaro tutto ciò porta ad una grave instabilità politica con maggioranze diverse tra Camera e Senato che empiricamente si è registrata 4 volte su 6 alle elezioni politiche dal 1994 ad oggi. Abolire il bicameralismo paritario, che già Mortati aveva definito in sede di Assemblea Costituente, come “un inutile doppione”, già di per sé basterebbe a motivare la scelta del SI’. E questa scelta si riprodurrebbe a cascata, peraltro, sugli altri pilastri che caratterizzano la riforma. SI’ perché il nuovo Senato dei territori (e in quest’ottica sistemica si ferma il ragionamento strumentale di chi vota NO legando tutto alla possibile non elettività dei nuovi senatori), collegato con la nuova e più chiara ripartizione di competenza tra lo Stato e le Regioni, darà finalmente compiutezza alla Repubblica delle Autonomie.

Le garanzie. SI’ perché aumentano gli strumenti di partecipazione con l’introduzione dei referendum propositivi e con nuovi quorum per dare maggiore certezza alle scelte fatte dei cittadini. SI’ perché le garanzie non vengono diminuite, anzi, come previsto per l’elezione del presidente della Repubblica, vengono aumentate. SI’ perché la riforma non aumenta i poteri del presidente del consiglio che rimane, di fronte al parlamento che lo può sfiduciare, un primus inter pares. SI’ perché questa riforma ci fa risparmiare davvero! SI’ perché abbiamo bisogno di avere una prospettiva reale sul nostro futuro e senza istituzioni forti e con un sistema politico frammentato, non c’è volontà politica che tenga! SI’ perché l’Italia non può permettersi più governi che durano in media 11 mesi! SI’ per un Italia più stabile, più credibile, più matura, più forte!

*Coordinatore Comitato “Cessaniti per il SI’”