Cronaca

Omicidio Cricrì nel Vibonese, i tre arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere

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Si avvalgono della facoltà di non rispondere tutti gli indagati per la morte del 48enne di Meliccuccà di Dinami brutalmente ucciso e dato alle fiamme il 22 ottobre 2013

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere le tre persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Giuseppe Damiano Cricri, il 48enne di Melicuccà di Dinami ritrovato carbonizzato nella propria auto il 22 ottobre 2013 nelle campagne del comune di Acquaro. In particolare, a decidere di non rispondere al gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, sono stati Alfonsino Ciancio, 28 anni, di Acquaro (difeso dall’avvocato Rosario Lopreiato) e Fiore D’Elia, 63 anni, di Gerocarne (avvocato Domenico Ioppolo), entrambi rinchiusi nel carcere di Vibo ed accusati del reato di distruzione di cadavere. Nel carcere femminile di Reggio Calabria è stata invece interrogata per rogatoria, avvalendosi anche lei della facoltà di non rispondere, Liberata Gallace, 51 anni, della frazione Piani di Acquaro, accusata di omicidio premeditato (difesa dall’avvocato Rosario Lopreiato). Alfonsino Ciancio è il figlio di Liberata Gallace, mentre Fiore D’Elia sarebbe stato l’amante della donna. I difensori degli indagati puntano al Tribunale del Riesame e si apprestano a nominare un consulente di parte per esaminare gli agganci delle celle telefoniche dei telefonini degli indagati che costituiscono uno degli elementi fondamentali a supporto dell’impalcatura accusatoria.

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Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Serra San Bruno diretti dal maresciallo Massimiliano Staglianò, con il coordinamento della Procura di Vibo Valentia (pm Barbara Buonanno e procuratore facente funzioni Michele Sirgiovanni), avrebbe permesso di accertare che Giuseppe Cricrì sarebbe stato attirato nel 2013 in località “Boschetto” della frazione di Limpidi di Acquaro da Liberata Gallace, con la quale aveva da qualche mese una relazione che l’operaio stava cercando di interrompere.

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La donna, gelosa di un’altra relazione del Cricrì ed intenzionata invece a proseguire il rapporto con l’uomo, avrebbe attirato la vittima in una trappola. Giunto sul posto, Giuseppe Cricrì è stato ucciso con un oggetto contundente e colpito più volte in faccia. Il cadavere è stato poi ritrovato carbonizzato all’interno della sua auto, una Fiat Panda, in località Petrugnana, sempre nel comune di Acquaro, poco distante dalla zona dove materialmente è avvenuto il delitto. Fondamentali per la ricostruzione del caso si sono rivelate le intercettazioni telefoniche, con i familiari di Liberata Gallace preoccupati per quanto commesso dalla donna e per le possibili conseguenze sul piano giudiziario.

Erano stati i familiari di Giuseppe Crcrì, che ora chiedono solo giustizia e sono assistiti dall’avvocato Giovanni Vecchio, a denunciare la scomparsa del congiunto.

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Giuseppe Cricri (in foto a sinistra) era stato candidato a sindaco di Dinami nelle elezioni amministrative del 2013, ma non era stato eletto. (g.b.)

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