Nuova udienza del processo contro i Patania di Stefanaconi. Al tribunale di Vibo hanno deposto oggi i collaboratori di giustizia Vasvi Beluli, Arben Ibrahimi e Andrea Mantella.
Con il delitto di Giuseppe Matina si è conclusa l’udienza odierna che ha registrato nuove pesanti accuse dei collaboratori di giustizia rispetto a una faida e a un contesto criminale in continuo divenire.
15.57 Omicidio Matina. L’attenzione si sposta sull’omicidio di Giuseppe Matina e sulla presunta collaborazione all’assassinio del marito da parte della collaboratrice di giustizia Loredana Patania. Ibrahimi dichiara che Daniele Bono gli riferì che pure Loredana Patania voleva la morte del marito Giuseppe Matina, al fine di intascare i soldi dell’assicurazione sulla vita del medesimo e fuggire poi al Nord con Bono con il quale la Patania aveva una relazione sentimentale. Ibrahimi spiega che fu la stessa Loredana Patania ad aprire a lui ed a Cristian Loielo il cancello di casa in occasione dell’omicidio di Giuseppe Matina commesso dallo stesso Ibrahimi.
15.51 L’album dei…ricordi. E’ il momento delle foto al processo “Romanzo Criminale”. Ad Arben Ibrahimi vengono sottoposti due album. Sul primo si ritrovano le foto di ben 21 persone. Il kosovaro ne riconosce 18. Su un secondo album raffigurante 5 carabinieri, Ibrahimi dichiara “di non riconoscerne alcuno in quanto non conosce nessuno delle forze dell ordine”.
15.43 Il “distributore”. La ricostruzione del pentito si sofferma su uno dei luoghi chiave della faida che ha insanguinato Stefanaconi, Vibo Valentia e Piscopio. Ovvero sulla pompa di benzina, denominata “Valle dei Sapori”. “I fratelli Patania – prosegue Arben Ibrahimi – nascondevano le armi, usate per i fatti di sangue, anche nelle campagne intorno al loro distributore di carburante nella zona del basso Mesima”.
15.30 Il tentato omicidio Scrugli. Prosegue l’esame del collaboratore di giustizia venuto dall’Est. “Il tentato omicidio di Scrugli l’ho commesso io dalla finestra di un palazzo vicino alla Questura di Vibo. I fratelli Patania ritenevano Scrugli l’autore dell’omicidio del loro padre, Fortunato Patania. Pure Vasvi Beluli ha sparato contro Francesco Scrugli in quell’occasione. Dopo averlo ferito, io (Arben Ibrahimi) e Vasvi Beluli siamo scappati entrando da un ingresso dell’ospedale di Vibo e uscendo dal Pronto Soccorso dove ad attenderci c’era Nicola Figliuzzi. Siamo poi andati in un appartamento di Pizzo Calabro dove siamo rimasti due giorni prima di partire in treno per Canino, in provincia di Viterbo”
14.45 L’esame di Arben Ibrahhimi. Tocca al pentito di origini kosovare Arben Ibrahimi, l’altro killer assoldato dai Patania nell’ambito della faida con i Piscopisani e anche lui diventato collaboratore di giustizia. Nel corso dellaa sua deposizione ribadisce di aver commesso il tentato omicidio di Francesco Scrugli a Vibo e l’omicidio di Giuseppe Matina a Stefanaconi. Secondo Ibrahimi i mandanti erano i fratelli Patania. “Ho ricevuto – riferisce in aula – 1.500 euro da Andrea Patania per omicidio di Giuseppe Matina detto” Gringia”. Le armi mi sono state fornite da Pino Patania, Salvatore Patania, da tale Ciccio, cognato di Salvatore Patania, Cristian Loielo, Nicola Figliuzzi, Bono Daniele, Saverio Patania”.
13.00 Mantella, i Piscopisani e i Patania. Il pentito si sofferma, quindi, sulle alleanze chiarendo che fino al 2009 i rapporti tra i Patania ed i Piscopisani, in particolare Battaglia e Fiorillo, erano ottimi. “Il mio gruppo – aggiunge – era alleato con i Bonavota di Sant’Onofrio, i Vallelunga di Serra San Bruno e gli Emanuele di Gerocarne”. Secondo quanto dichiarato da Mantella, nella famiglia Patania comandava pure la moglie di Fortunato, ovvero Giuseppina Iacopetta. “Anche loro – rivela – hanno avuto la loro parte di tangente per i lavori di ammodernamento dell’A3”. Mantella dichiara che l’imprenditore di Vibo attivo nel campo delle pompe funebri e nel trasporto con pullman, Filippo Polistena, gli chiese aiuto per recuperare una Porsche Cayenne trattenuta dai Patania nella loro stazione di servizio di carburanti poiché l’imprenditore non avrebbe saldato i propri debiti con i Patania per il rifornimento di gasolio per i suoi pulman.
12.45 L’omicidio Scrugli e “soffiata” della guardia penitenziaria. La deposizione di Andrea Mantella si sofferma in particolare sull’omicidio Scrugli, ucciso a Vibo Marina nel marzo del 2012. “E’ stato ucciso – sostiene il pentito – dai Patania su mandato di Panteleone Mancuso, detto Scarpuni”. A riferirlo a Mantella sarebbe stata una guardia penitenziaria che gli consegnò una lettera nel carcere di Catanzaro nella quale erano spiegate le ragioni del delitto e chi l’aveva commissionato. Scrugli è stato ucciso – rivela Mantella – perché si era messo di traverso agli affari di Scarpuni”.
12.30 Si inizia con Mantella. Attivato il video-collegamento con il collaboratore di giustizia vibonese Andrea Mantella che risponde alle domande del pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Camillo Falvo, da una località protetta. Il pentito, in apertura di deposizione, spiega come è entrato nella ‘ndrangheta ricostruendo le varie tappe della sua carriera criminale e dichiarando di aver fatto parte del clan Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia. “Sono stato battezzato nella ‘ndrangheta a 16 anni”. Mantella conferma di aver compiuto già a quell’età i primi omicidi.