Politica

Sanità: Scura accusa di “omissioni” la Regione e si rivolge alla Corte dei Conti

oliverio-scura-urbani-pacenza.jpg

Sullo sfondo la costituzione in giudizio della Regione Calabria che, sull’istanza di autorizzazione di una clinica, si era dichiarata incompetente

di LUANA COSTA

Il Dipartimento “Tutela della Salute” della Regione Calabria non fornirebbe il giusto supporto amministrativo alla struttura commissariale nei casi di giudizio promossi dalle cliniche private al Tar e volti ad ottenere l’autorizzazione o l’accreditamento all’esercizio sanitario. E così il duo commissariale, Massimo Scura e Andrea Urbani, incaricati dal Governo di vigilare sui conti della sanità calabrese hanno sottoscritto e presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti denunciando un aggravio di spese derivante dal comportamento “omissivo” del Dipartimento “Tutela della salute”. Il tandem commissariale nell’esposto si riferisce ai ricorsi corte_dei_contiamministrativi in cui le cliniche private hanno impugnato il “silenzio serbato dall’amministrazione regionale” sulle istanze di autorizzazione o accreditamento all’esercizio sanitario. Il Dipartimento “Tutela della salute”, è l’accusa mossa, non solo non fornirebbe il giusto supporto in termini amministrativi – quando si chiede “al Dipartimento di voler controdedurre su ciascuno dei motivi di gravame proposti e di fornire ogni altra indicazione utile ai fini della costituzione in giudizio da parte della struttura commissariale,  – quanto si assiste al fatto che “la Regione Calabria, costituendosi in giudizio per il tramite dell’Avvocatura regionale, sta chiedendo di dichiarare il proprio difetto di legittimazione passiva”. Tutto ciò comporta un aggravio di spese, soprattutto nei casi in cui il Tar ordina poi la nomina di un commissario ad acta incaricato di seguire il caso in questione.

Il precedente. L’azione promossa dalla struttura commissariale nei confronti del “Dipartimento Tutela della Salute” fa seguito ad una recente sentenza del Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi sull’effettiva competenza in materia sanitaria della Regione. La clinica catanzarese “Villa del sole” aveva infatti impugnato lo scorso anno dinanzi al Tar il silenzio serbato dalla struttura commissariale e dalla Regione sulla sua richiesta di autorizzazione all’esercizio di attività sanitaria di primo intervento. In quell’occasione i giudici amministrativi calabresi avevano riconosciuto anche la legittimità passiva della Regione Calabria, intimandole di provvedere entro trenta giorni ad esprimersi sull’istanza presentata dalla clinica privata catanzarese. Ma la Regione Calabria si era costituita in giudizio, appellando la sentenza al Consiglio di Stato, palazzo_spadaaffermando “il proprio difetto di legittimazione passiva”. I giudizi di Palazzo Spada avevano, infine, accolto le motivazioni esposte dalla Regione Calabria stabilendo che “sul silenzio la legittimazione passiva deve essere riconosciuta solo in capo all’Amministrazione su cui grava l’obbligo di provvedere. Nella fattispecie la predetta posizione processuale deve essere ravvisata solo in capo al Commissario ad acta, e non anche in capo alla Regione Calabria”.

In seguito alla sentenza, la struttura commissariale ha quindi deciso di trascinare il Dipartimento “Tutela della Salute” della Regione Calabria davanti ai giudici contabili, accusandolo di aver provocato “un aggravio di spese” all’amministrazione regionale adottando comportamenti “omissivi”.