Politica

Elezioni provinciali, approvazione del bilancio tra i veleni

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Ad opporre il voto contrario al bilancio sono stati i Comuni di Catanzaro e Lamezia Terme provocando una dura presa di posizione del presidente Bruno

E intanto continua ad infuriare la polemica del day after l’approvazione dello schema di bilancio di previsione. Ieri il consiglio provinciale si è riunito per dare il disco verde al documento contabile. Ma prima del Consiglio provinciale si è riunita l’assemblea dei sindaci che, secondo la procedura prevista dallo statuto dell’ente, è chiamata ad esprimere parere consultivo, obbligatorio ma non vincolante, sul bilancio preventivo 2016, completando l’iter di approvazione del bilancio. All’appello del presidente Bruno hanno risposto 64 sindaci: 56 sono stati i pareri favorevoli e 7 i contrari. Ma per il complesso computo stabilito dalla normativa, che definisce il raggiungimento del quorum tenendo conto del voto ponderato e della maggioranza della popolazione residente nei comuni che esprime il voto, risulta che l’assemblea non ha raggiunto il quorum per esprimere né parere favorevole né parere contrario, permettendo comunque lo svolgimento della fase successiva, quella conclusa con il voto favorevole del consiglio provinciale. Ad opporre il proprio voto contrario, in particolare, sono stati i comuni di Catanzaro e Lamezia Terme provocando una dura presa di posizione del presidente Enzo Bruno che ha parlato di “voto politico”.

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Pd. “L’approvazione dello schema di bilancio 2016, con ampio margine di condivisione, rappresenta la conferma dell’ottimo lavoro amministrativo e politico condotto dal presidente della Provincia, Enzo Bruno, che ha saputo cogliere in maniera autentica lo spirito della legge di riforma Delrio, operando in maniera proficua per tutto il territorio con il sostegno di un consiglio provinciale coinvolto in maniera collegiale”. E’ quanto scrive in una nota il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno. “Le congratulazioni al presidente Bruno non sono formali.

Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd

Ernesto Magorno

L’approvazione del bilancio di previsione, in questa fase assai delicata, permette il raggiungimento di un obiettivo fondamentale per gli 80 comuni della provincia: la garanzia del mantenimento dei servizi e la possibilità di dare risposte alle istanze della collettività. I risultati raggiunti dall’Ente intermedio guidato da Bruno sono sotto gli occhi di tutti, e non erano affatto scontati: si tratta di esempi di buona amministrazione e di grande determinazione nella difesa delle prerogative del territorio calabrese che hanno fatto di questa Provincia un punto di riferimento dal peso importante’ anche ai tavoli romani.

Enzo Bruno

Enzo Bruno

Posso, quindi, capire l’acredine del consigliere regionale Domenico Tallini che non riesce a rassegnarsi nemmeno davanti ai tanti risultati amministrativi ottenuti, alle tante battaglie condotte e vinte nell’interesse esclusivo del bene comune, alla realizzazione di tanti interventi per la sicurezza delle strade e delle scuole di questo territorio. Preferisce avventurarsi in analisi numeriche fuori luogo perché decontestualizzate e frutto di una visione distorta della realtà: sessanta sindaci su ottanta hanno espresso un “sì” al bilancio di previsione che rappresenta in maniera plastica la concreta vicinanza al presidente Bruno. Un “sì” che conferma la fiducia al presidente e tanto spaventa Tallini, che nel disperato tentativo di screditare il progetto politico-amministrativo ampiamente condiviso dal Pd, si affida alla contestazione di sette sindaci che in ordine sparso non riescono nemmeno a trovare ragioni concrete per contestare il bilancio. Questa è la storia di un centrodestra confuso e diviso, in continuo declino che annaspa e nel tentativo di restare a galla si aggrappa alle visioni matematiche del suo leader dimezzato”.

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Forza Italia. “E’ davvero incredibile come il Pd accusi i sindaci di non avere rappresentato ragioni concrete per contestare il bilancio della Provincia proposto da Enzo Bruno, quando lo stesso presidente ha impedito agli stessi, con un atto senza precedenti e sotto gli occhi di tutti, di prendere la parola prima del voto e manifestare le proprie considerazioni sul documento finanziario nella sede istituzionale preposta, cioè l’assemblea dei sindaci” dichiara in una nota Antonio Montuoro. “Un comportamento che la dice lunga su quanto sia democratico lo spirito di un partito che la democrazia la tiene in considerazione soltanto nel nome, quando nella pratica dei suoi rappresentanti impedisce il confronto e sfugge alle critiche, mostrando scarso rispetto e considerazione verso quei sindaci che sono eletti dai cittadini e ne rappresentano, conoscendoli da vicino, le istanze e i bisogni. Purtroppo anche questa volta il presidente Bruno non ha perso l’occasione per fare propaganda ingannevole di sé e della propria azione politica, censurando i sindaci perché non venisse alla luce il diffuso malcontento che si è poi tradotto in numeri, considerata la batosta incassata al momento del voto, sfociato in una bocciatura del bilancio per quasi 30 mila voti ponderati. Numeri che non possono in alcun modo essere rigirati a proprio favore: il dato incontestabile è che i rappresentanti della maggioranza dei cittadini della provincia non hanno fiducia nel centrosinistra di Enzo Bruno.

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Un’ulteriore prova è data dal fatto che a difendere il presidente della Provincia è sceso in campo nientemeno che l’ex sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, che senza presumibilmente conoscere alcunché delle vicende amministrative della provincia di Catanzaro, continua a congratularsi con Enzo Bruno a mezzo comunicati stampa con estrema dovizia di particolari, quasi come fosse lo stesso presidente Bruno a parlare di sé. Ma le difese d’ufficio, o le autodifese, a nulla valgono di fronte alla prova dei numeri, né possono passare nel silenzio le nervose ricostruzioni di Enzo Bruno che denuncia inesistenti tentativi di far mancare il numero legale da parte del centrodestra, che invece ha garantito lo svolgimento dei lavori mentre gli assenti in aula erano amministratori legati proprio al Pd, e che probabilmente hanno manifestato così la loro distanza dal presidente della Provincia. La bocciatura del bilancio da parte dell’assemblea dei sindaci è un dato inconfutabile per il presidente Bruno che deve farsene una ragione e accettare il verdetto”.

Tallini. “L’on. Magorno, già sindaco di Diamante e oggi segretario regionale del PD, ha bisogno di una ripassata di geopolitica. Dimostra, ogni qual volta prende carta e penna (o quando, come in questo caso, gli passano dichiarazioni preconfezionate) di non conoscere nulla della provincia di Catanzaro. Qualcuno dovrebbe ricordargli che i Comuni che hanno detto NO al bilancio dell’Amministrazione Provinciale – e quindi alla fallimentare esperienza Bruno – rappresentano la maggioranza della popolazione, tanto è vero che, con il voto ponderato, il presidente è andato sotto di ben 30.000 voti. Se Magorno e Bruno contestano il meccanismo del voto ponderato, dovrebbero contestare anche l’elezione del presidente

Tallini Mimmo

Tallini Mimmo

avvenuta due anni fa proprio grazie al meccanismo oggi stranamente rifiutato. Prendano atto Magorno e Bruno del profondo mutamento della geografia politica della Provincia, dove le due più grandi città – Catanzaro e Lamezia Terme – sono governate dal centrodestra e hanno espresso un voto negativo sul bilancio provinciale. Il fatto che il documento sia stato poi approvato da un consiglio provinciale uscente, dove 11 consiglieri su 12 sono stati nel tempo cooptati da Bruno, con disinvolti cambi di casacca, poco importa. Il giudizio politico sull’esperienza Bruno è seccamente negativo. Una gestione inconsistente, lontana dai territori e dai bisogni delle popolazioni, giocata solo sull’esigenza del presidente di collocarsi utilmente all’interno del PD in vista dei futuri appuntamenti. Chissà se Magorno intende, per buona amministrazione, ad esempio il dirottamento operato da Bruno dei fondi residuali del decreto Soverato per la realizzazione di opere che nulla hanno a che fare né con la somma urgenza né con il dissesto idrogeologico. Su questa come su altre questioni, il presidente Bruno, solo temporaneamente “salvato” dalla legge Del Rio, deve aspettarsi un’azione forte e intransigente dal nuovo consiglio provinciale dove il ruolo del centrodestra sarà in ogni caso incisivo e determinante.
Non intendiamo poi, in questa sede, rispondere alle difese d’ufficio del presidente Bruno che vengono dai soliti “utili idioti” estranei alla cultura e alla storia della sinistra catanzarese e che vengono cinicamente utilizzati dallo stesso Bruno come pasdaran. Il “caravanserraglio”, come l’ha giustamente definito il deputato del PD Barbanti, non merito alcuna considerazione”.

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