Economia & Società

Caporalato, Cisl: con legge ripercussioni positive in Calabria

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“L’approvazione da parte del Parlamento della legge sul caporalato rappresenta un risultato importante da sempre perseguito dalla Cisl che, insieme alla Fai, in questi anni non ha mai fatto mancare il proprio contributo per il raggiungimento di tale obiettivo”. E’ quanto affermano in una dichiarazione congiunta il segretario generale della Cisl Calabria, Paolo Tramonti, ed il segretario regionale Fai, Michele Sapia.

“Finalmente – dicono – ci si viene a dotare di uno strumento normativo che avra’ sicuramente ripercussioni positive anche per la nostra regione che, come si sa, storicamente registra percentuali altissime di lavoro nero e sommerso soprattutto nel comparto dell’agricoltura, dove il tasso di irregolarita’ raggiunge il 50,8%. In questo senso va sottolineato come una situazione del genere ha comportato e comporta costi elevatissimi sia in termini di risorse finanziarie sottratte alla collettivita’, sia per la sistematica violazione degli obblighi di natura fiscale e contributiva a cui si aggiunge la mancanza di ogni tutela per i lavoratori interessati, spesso privati di ogni diritto anche in materia di sicurezza sul lavoro. Una situazione di vero e proprio sfruttamento a danno dei piu’ deboli non piu’ tollerabile. Per questi motivi, nell’attesa che siano resi al piu’ presto operativi gli effetti della legge, vanno potenziati i sistemi di controllo e vigilanza attraverso il rafforzamento degli organici e dei mezzi degli uffici competenti. La stessa presenza del ministro delle Politiche agricole Martina a Rosarno lunedi’ prossimo e’ un segnale forte se si considera che proprio da Rosarno un anno fa le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila lanciarono un messaggio chiaro a tutto il Paese per sollecitare il Governo ad emanare con urgenza provvedimenti contro il caporalato. La Cisl Calabria e la Fai Cisl Calabria – chiosano i sindacalisti – parteciperanno alla conferenza stampa a Rosarno, ma chiedono di valorizzare anche quei modelli partecipativi, come la contrattazione di secondo livello, il rinnovo dei contratti provinciali agricoli e la bilateralita’ che sono leve formidabili per governare il mercato del lavoro e l’incontro tra domanda e offerta sui territori”.