Dibattimento "Black money" contro il clan Mancuso nell'aula bunker del nuovo Tribunale di Vibo. Le risposte del pentito vibonese scatenano un putiferio in aula fra accusa e difesa. Tutti i dettagli su Zoom24
18.00 Esame terminato. Con le domande del presidente Vincenza Papagno si è conclusa la seconda deposizione del pentito Andrea Mantella, collegato da una località protetta. Tra poco su Zoom24 il resoconto completo della giornata con tutti i dettagli. (LEGGI QUI: 'Ndrangheta: strali in aula di Pantaleone Mancuso (Scarpuni) che si scaglia contro tutti)
17.40 Terminato il controesame. Esaurite le domande delle difese che hanno quindi concluso il controesame ad Andrea Mantella. La lunga giornata processuale non è ancora finita. Inizia ora il completamento dell'esame da parte del pm Marisa Manzini.
17.05 L'attentato (fallito) a Scarpuni. Il gruppo di Mantella avrebbe progettato tra il 2009 ed il 2010 un agguato a Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni. "Ho fatto io - rivela il collaboratore di giustizia - una battuta a Nicotera alla ricerca del boss. Mi sono organizzato, abbiamo preso le armi, un Doblò rubato. Io dovevo sparare. Ci siamo appostati dentro il Doblò aspettando il segnale di un soggetto che era sul lungomare di Nicotera e che doveva avvisarci. Abbiamo provato un prima volta e poi siamo tornati sul posto. Ma lui (Pantaleone Mancuso) non andava più in bici sul lungomare. E' possibile che Saverio Razionale facesse il doppio gioco e lo avesse avvisato". Curiosa risposta sui gradi di Pantaleone Mancuso all'interno della 'ndrangheta: "Scarpuni non aveva bisogno di gradi. Non stiamo parlando di Micu u Pulici. I gradi servono per i semisconosciuti".
17.00 Moscato e Scrugli. Emerge un altro dettaglio dal contro-esame ad Andrea Mantella. Il neo-pentito ha affermato di non aver mai conosciuto l'altro collaboratore di giustizia vibonese, Raffaele Moscato. "Con Scrugli - aggiunge - siamo cresciuti insieme".
16.45 I rapporti tra Scarpuni e Vetrinetta. L'avvocato Francesco Calabrese chiede quali erano i rapporti tra i due Pantaleone Mancuso, ovvero tra Scarpuni e Vetrinetta (nella foto), quest'ultimo deceduto nell'ottobre dello scorso anno nel carcere di Tolmezzo. "Non andavano d'accordo - risponde Mantella - per ragioni familiari. Vetrinetta li classificava come schifosi e lui, Scarpuni, lo riteneva un carabiniere".
16.40 Riprende il controesame. Dopo una pausa di circa un'ora riprende l'udienza. Tocca all'avvocato Francesco Calabrese, difensore di Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni, porre le domande a Mantella, nuovamente collegato in videoconferenza dal sito protetto.
14.30 Mantella, lo zio Johnny e l'usura. Adesso il collaboratore di giustizia sta rispondendo alle domande dell'avvocato Di Renzo che chiede cosa sa di Giovanni Mancuso (nella foto). "L'ho conosciuto - spiega Mantella - come uno che abusava dei poveretti. Queste erano le voci nella criminalità. Incontrai Giuseppe Grasso, futuro testimone di giustizia, disperato perché doveva portare interessi a zio Johnny, il soprannome di Mancuso, ed era entrato in un tunnel da cui non riusciva ad uscire e Paolino Lobianco gli diede qualcosa per fare fronte. C'era anche un macellaio di nome Carmelo Maesano sotto usura. Molti macellai di Vibo erano preoccupati: non sapevano più se dovevano comprare la carne da me o da Giovanni Mancuso. Ci stavamo azzuffando dietro il mercato coperto di Vibo, in pieno centro, quando è intervenuto il dottore Ruperti ed il dottore Zampaglione, all'epoca alla guida della Squadra Mobile di Vibo. Da quel momento ci siamo lasciati spazio a vicenda, anche se io mi sono imposto a Vibo-città". Mantella rispondendo poi alle domande dell'avvocato Armando Veneto, difensore di Giovanni Mancuso, spiega i suoi rapporti con il costruttore Gaetano Staropoli, indicato come soggetto sotto usura da parte di Giovanni Mancuso.
13.50 L'accordo con Scarpuni e i soldi consegnati da Palumbo. Su espressa domanda dell'avvocato Sabatino si torna a parlare della lite in un autosalone di Vibo di Viale Affaccio con Pino Mancuso, il figlio di Pantaleone Mancuso, detto Vetrinetta. A Mantella gli viene chiesto delle "imbasciate" ricevute subito dopo il pestaggio, una delle quali da Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni (nella foto). "Enzo Cannatà - racconta Mantella - mi venne a trovare e mi disse che ci saremmo visti con Michele Palumbo in un bar nel centro di Vibo. Abbiamo bevuto il caffè e siamo andati fuori. Ho mandato a dire a Scarpuni che non si sognasse di fare qualche vigliaccata nella zona dove stava mia sorella. A lui stava bene purché io non facessi danneggiamenti. Mi ha mandato 37.500 euro con Michele Palumbo che me li diede nel suo studio di perito. Era la somma per una lavoro di sbancamento all'Annunziata, vicino a Colacchio. Ma queste erano briciole, visto che Palumbo mi diede altri 300mila euro prima che venisse ucciso".
13.00 Riprende il processo. Il presidente del Collegio Vincenza Papagno legge l'ordinanza: "Le domande relative alla conoscenza tra Mantella ed il nuovo collaboratore di giustizia Massimo Di Stefano e tra Mantella e l'altro pentito lametino Gennaro Pulice non risultano attinenti al percorso criminale del collaboratore e non possono costituire oggetto di contestazione in questa sede ma, al più, saranno oggetto della valutazione del Tribunale e di richieste istruttorie successive". Riprende il contro-esame di Mantella.
12.30. Udienza sospesa. Il Tribunale si ritira in camera di consiglio per emettere un'ordinanza sull'ammissibilità delle domande da effettuare a Mantella. L'udienza riprenderà tra poco.
11.00 Il pestaggio al figlio di "Vetrinetta". Andrea Mantella continua a rispondere alle domande degli avvocati. Dal contro-esame emergono nuovi particolari sul pestaggio a Pino Mancuso, il figlio di Pantaleone, detto Vetrinetta, picchiato a Vibo dal collaboratore di giustizia in seguito ad una lite: "Gli ho strappato con un morso l'orecchio".
10.30 Inizia l'udienza. E' tutto pronto nell'aula bunker del nuovo Tribunale di Vibo Valentia. Attivato il collegamento con la località protetta da dove Andrea Mantella risponderà alle domande degli avvocati. In aula è presente il pm Marisa Manzini.
Il giorno del controesame. Nuova udienza nell'aula bunker del palazzo di giustizia di Vibo Valentia per il processo scaturito dall'operazione antimafia denominata "Black money" contro il clan Mancuso. Dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Vincenza Papagno (a latere i giudici Giovanna Taricco e Pia Sordetti) è prevista una nuova deposizione del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, collegato in video-conferenza da un sito riservato in località protetta. Il pentito mercoledì scorso ha risposto alle domande del pm Marisa Manzini ed oggi risponderà agli avvocati della difesa che effettueranno il contro-esame.
LEGGI ANCHE
'Ndrangheta, processo al clan Mancuso: Mantella accusa boss e imprenditori
'Ndrangheta: Andrea Mantella e 30 anni di retroscena criminali nel Vibonese