Politica

Lo scontro tra Gal nel Vibonese: la torta dei finanziamenti e le ingerenze della politica

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Da una parte il Co.Gal che opera da 20 anni nel settore, a caccia dei finanziamenti per lo sviluppo turistico delle aree rurali; dall’altra, il nuovo Gal Terre vibonesi deciso a tracciare nuove rotte

E’ una guerra senza esclusioni di colpi quella che si sta consumando tra vecchi e nuovi Gruppi di azione locale sul territorio vibonese.  Tanto più se questi rappresentano indirettamente fazioni in lotta all’interno del Partito democratico. Gli schieramenti sono da tempo allineati sul campo di “combattimento”: da una parte il Co.Gal che opera da 20 anni nel settore, a caccia dei finanziamenti per lo sviluppo turistico delle aree rurali; dall’altra, il nuovo Gal Terre vibonesi deciso a tracciare nuove rotte.

La guerra di logoramento. Tra mosse e contromosse, in una guerra di logoramento durata per gran parte dell’estate, qualcuno potrebbe essere uscito troppo allo scoperto e aver superato i limiti imposti dalla legge. Magistratura e Guardia di Finanza, a quel punto, non hanno esitato un attimo. Ed è stato aperto un fascicolo nel tentativo di fare chiarezza su una serie di manovre da parte di quella politica che attraverso enti, associazioni, consorzi prova a tenere sistematicamente il territorio sotto controllo. Nel mirino, i fautori di vecchie e nuove strategie, pronti ad agire senza scrupolo pur di accaparrarsi una fetta considerevole dei finanziamenti.

La torta. Ai Gal (Gruppi di azione locale) spetta, infatti, la realizzazione dei Pal (i Piani di azione locale) per lo sviluppo del territorio secondo precise direttrici. Tra le risorse più appetibili vi sono i fondi previsti dal Psr (il Piano di sviluppo rurale). In particolare, quei 5,8 milioni destinati allo sviluppo del turismo rurale. Progetti su cui il nuovo Gal “Terre vibonesi” ha pensato bene di insidiare la posizione del Co.Gal ormai da consolidata sul territorio. Dinanzi alla possibilità di scelta, spinti forse da pressioni politiche non del tutto irrilevanti – figlie delle ataviche contrapposizioni tra anime del Partito democratico – alcuni comuni hanno deciso di aderire alla nuova proposta. Da capire – sarà probabilmente la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ad accertarlo – se lo abbiano fatto liberamente e in autonomia di pensiero, oppure se si siano lasciati ammaliare avvertimenti di qualche luogotenente politico locale.

La situazione. Fatto sta che ad oggi la situazione è in perfetta parità: 29 comuni hanno aderito al Co.Gal, altrettanti al “Gal Terre Vibonesi”, ma i conti non tornano se si considera che sono 50 e non 58 i comuni della provincia di Vibo. Alcune amministrazioni, dati alla mano, hanno pensato di aderire ad entrambe le proposte, sebbene il bando preveda la necessità di doverne scegliere soltanto una.

I casi di Rombiolo e Nardodipace.  Nei giorni scorsi, i fari sono stati accesi essenzialmente su due centri. In primis, Rombiolo che, da fondatore del Co.Gal, ha deciso di aderire al Gal “Terre Vibonesi”. In secondis, Nardodipace. Per quest’ultimo comune, retto da una commissione prefettizia, il presidente del Cogal Paolo Pileggi ha chiesto il “cartellino rosso”. Ad optare per il Gal Terre Vibonesi, infatti, sono stati i tre commissari. Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie il numero uno del Co.Gal, pronto a ricorrere al Tar.

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