Cronaca

Operazione “Santa Fé”: parlano due indagati e scattano altri quattro arresti

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Nuovo capitolo dell’inchiesta antidroga: in manette finiscono quattro persone originarie della Piana di Gioia Tauro: tre in carcere ed uno ai domiciliari

Quattro arresti, tre in carcere ed uno ai domiciliari, richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia, sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Catanzaro nei confronti di altrettante persone, tutte della Piana di Gioia Tauro, che erano già state indagate nell’ambito dell’operazione antidroga “Santa Fé 2013”.

L’inchiesta. Il blitz era stato condotto dal Goa e dallo Scico di Roma in collaborazione con l’agenzia americana Dea e con la Guardia Civil spagnola ed aveva consentito di sgominare una presunta organizzazione internazionale di narcotrafficanti e di sequestrare oltre quattro tonnellate di cocaina purissima. Il filone italiano dell’inchiesta, in particolare, avrebbe evidenziato contatti, alleanze e collaborazioni tra i gruppi criminali della Locride e quelli dell’area tirrenica. Secondo la tesi degli investigatori i principali promotori dell’organizzazione sarebbero Francesco Marte, Antonio Femia, Nicodemo Fuda e i fratelli Vincenzo e Giuseppe Alvaro, che sono considerati cime i “punti di riferimento e capisaldi storici del narcotraffico internazionale” nella piana di Gioia Tauro, nella Locride e nel versante tirrenico aspromontano.

Il ruolo degli Alvaro. I fratelli Alvaro, in particolare, grazie ai loro numerosi contatti con operatori portuali considerati al soldo del sodalizio, sarebbero stati in grado di pianificare il recupero dello stupefacente che viaggiava nascosto all’interno di container a loro volta trasportati su navi cargo in arrivo in vari porti italiani.

 Nuove accuse. A seguito delle dichiarazioni di due indagati che, vedendosi braccati hanno deciso di collaborare con la giustizia, sarebbero ora emerse altre dinamiche del sodalizio criminale in relazione a fatti per i quali il Gip, che si era pronunciato in precedenza, non aveva ritenuto che sussistesse un’evidenza indiziaria tale da accogliere la richiesta di applicazione della misura cautelare nei confronti di alcuni soggetti. Ulteriori e più circostanziati elementi conoscitivi scaturiti dalle testimonianze dei collaboratori, verificati dai riscontri svolti dalle fiamme gialle, hanno portato il Giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria di accogliere la richiesta della Distrettuale Antimafia nei confronti dei quattro soggetti arrestati, nei giorni scorsi, dai finanzieri.