Politica

Terremoto, l’allarme di Oliverio: “Comuni a rischio, mancano i piani d’emergenza”

Il presidente della Regione ha tenuto un incontro con gli ordini professionali per fare il punto degli interventi in vista della riunione romana di domani

Si è svolto questa mattina alla Cittadella regionale un incontro interlocutorio fortemente voluto dal presidente della Regione Mario Oliverio per accogliere le proposte provenienti dagli ordini professionali, dai tre rettori degli atenei calabresi e dalla Protezione civile in vista della riunione prevista domani a Roma che porterà attorno al tavolo i presidenti delle Regioni italiane.

Quadro di riferimento. Il nodo centrale attorno a cui si è dispiegata la discussione è la definizione di un piano pluriennale di interventi mirati alla messa a norma degli edifici pubblici e privati regionali. Secondo quanto emerso dal tavolo tecnico, allo stato non esiste un quadro preciso capace di indicare dove si annidino i maggiori rischi. Quel che è certo, è che la Calabria sotto il profilo sismico è una delle regioni più esposte. Oliverio ha rimarcato l’importanza di sedersi al tavolo di domani avendo le idee ben chiare e apportando un contributo concreto: “Il progetto a cui noi pensiamo è quello di inserire all’interno di “Casa Italia” un piano per la “Calabria sicura”. Domani – ha chiarito il governatore – ci presenteremo con una proposta per dare un contributo alla discussione nazionale ma anche per definire un percorso concreto. La priorità sarà accordata agli interventi volti alla messa in sicurezza degli edifici pubblici: alle scuole e agli ospedali. Successivamente volgeremo l’attenzione al patrimonio privato a partire dai centri storici. Abbiamo un patrimonio importante con un’alta densità abitativa che deve essere oggetto di interventi di recupero e per i quali bisogna investire sapendo che le risorse non sono sufficienti in un solo anno”.

Gruppi di lavoro. Nella riunione odierna è stato infatti decisa la costituzione di due gruppi di lavoro: uno che andrà ad operare sul rischio sismico, l’altro sul dissesto idrogeologico. “In questa prima fase si tratterà di fare una ricognizione del lavoro prodotto nel corso di anni – ha chiarito ancora – le elaborazioni redatte dalle università e dalle strutture scientifiche. Sulla base di questo quadro si vedrà come aggiornarlo. Allo stato non siamo in grado di dire quante risorse siano necessarie. Sicuramente saranno enormi e consistenti ma il problema non è la consistenza delle risorse ma avere un programma e definire gli interventi in una pluriennalità. Oltre ad assumere con determinazione e rigore scelte volte al rispetto delle norme sismiche spesso inadeguate e non rispettate”.

Piani d’emergenza. Tra le emergenze segnalate dal presidente vi è la mancata approvazione da parte dei Comuni dei piani d’emergenza, provvedimento entrato in vigore con la legge n°100 del 2012 ma a cui solo poche amministrazioni comunali si sono adeguate. “Chiederemo immediatamente ai Comuni di accelerare la redazione dei piani. La competenza è dei Comuni ma la Regione assumerà il coordinamento. E’ già stato avviato un lavoro in questa direzione ma si tratterà di dare un passo più spedito anche all’applicazione della legge antisismica”.