Cronaca

Operazione “Laqueo”: “Usura Bot criminalità organizzata” (VIDEO)

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 Colpo ai clan della ‘ndrangheta cosentina. Fondamentali le dichiarazioni del pentito Roberto Violetta Calabrese e le dichiarazioni fornite da alcuni imprenditori

L’operazione “Laqueo” offre “uno spaccato del mercato dell’usura a Cosenza”. Il procuratore “vicario” , Giovanni Bombardieri, presente in conferenza stampa questa mattina assieme all’aggiunto Vincenzo Luberto ha tracciato i contorni della presunta organizzazione criminale che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, muoveva le fila del mercato dell’usura nel Cosentino e intorno al quale gravitavano anche nomi noti come il calciatore Francesco Modesto. L’operazione che ha portato alla notifica di ben 14 misure cautelari in carcere e agli arresti domiciliari ha disarticolato un vero e proprio sistema in cui erano rimasti incastrati moltissimi imprenditori, per lo più operanti nel settore edile, schiacciati dai tassi d’interesse che raggiungevano anche il 30% mensile.

Imprenditori convocati. “L’operazione prende le mosse – ha spiegato Bombardieri – dall’incrocio delle dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese e da quelle rese dalle persone offese”. Gli imprenditori, convocati in Procura dalla Polizia Giudiziaria e invitati a spiegare le circostanze all’interno delle quali erano maturati i prestiti hanno infatti permesso di confermare le ipotesi accusatorie. Secondo gli inquirenti, a Cosenza era in vigore “un collaudato sistema usurario posto in essere da alcuni affiliati alle cosche “Lanzino-Cicero” e “Rango-Zingari”, che in totale accordo e utilizzando il denaro della ‘ndrangheta cosentina elargivano rilevanti prestiti ad imprenditori in difficoltà economiche”.  “Non tutti gli imprenditori convocati – ha sottolineato però Bombardieri – hanno confermato le circostanze che assume certamente i connotati di un fenomeno preoccupante. L’usura è una piaga che blocca la crescita economica ed è strettamente collegata alla criminalità organizzata”.

Denunciare è possibile. “L’esito di questa operazione – ha aggiunto il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto – ha dimostrato come l’usura sia il Bot della criminalità organizzata. Un investimento che frutta e un sistema nel quale viene reimpiegato gran parte del denaro della criminalità. I nomi degli arrestati dimostrano come ci sia una stretta coesione con la ‘ndrangheta: il denaro veniva versato dai plenipotenziari della criminalità organizzata”. Luberto si è inoltre soffermato sui vantaggi di cui gli imprenditori possono godere denunciando gli estorsori: “Sotto il profilo economico esiste la possibilità di accedere ai fondi antiusura che gestiamo con le strutture prefettizie. Non ci sono quindi ragioni per non denunciare”. “E’ assurdo constatare – ha aggiunto Bombardieri – come i negozi pieni di clienti quando il titolare è vessato, si svuotino nel momento in cui l’imprenditore denuncia. Questo è un fatto gravissimo: noi non pretendiamo che tutti denuncino ma che le persone perbene stiano vicino a chi ha il coraggio di farlo”.

Il caso Modesto. “Preferiamo non personalizzare l’operazione” ha chiarito Bombardieri in riferimento all’arresto del calciatore , Francesco Modesto, rimasto coinvolto negli arresti. “Allo sportivo viene addebitato un episodio nel quale ha rivestito il ruolo di finanziatore. Il suocero (Luisiano Castiglia) per tramite di Roberto Calabrese concedeva il denaro proveniente dal conto corrente del genero in prestito ottenendo un ritorno economico”. Secondo quanto riferito dal procuratore Vincenzo Luberto la circostanza sarebbe stata riferita dal collaboratore di giustizia, il quale avrebbe fatto riferimento all’ingaggio del calciatore che fruttava un lauto stipendio. Il “ritorno economico” sarebbe stato risocntrato attraverso verifiche bancarie.

Tentato omicidio. A Mario Mandoliti è inoltre contestato il reato di tentato omicidio. A due giorni della decisione di Roberto Calabrese di collaborare con la giustizia il fratello Sandro è stato vittima di un attentato, chiaro segnale inviato al collaboratore di giustizia per indurlo al ripensamento. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato Mario Mandoliti l’esecutore dell’attentato.

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