Economia & Società

#STORIE | Da Piscopio al Nicaragua l’opera missionaria di monsignor Pititto La Bella

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L’associazione “Piscopio tradizioni onlus” ricorda la straordinaria vita del padre missionario. Nato a Piscopio, esempio di evangelizzazione in Nicaragua, è venuto a mancare lo scorso martedì

di ILARIA LENZA

Una vita spesa per l’altro, vissuta nel solco della “donazione” piena e totale. Un esempio di servizio, da cui trarre più di un insegnamento. Perché, nell’opera missionaria compiuta da monsignor Benito Pititto La Bella, è racchiusa l’essenza stessa dell’abbandono in Cristo. Piscopisano doc, da missionario, monsignor Benito ha saputo lasciare un segno ben oltre i confini delle sue origini, appartenendo a più luoghi e più persone, riuscendo a diventare determinante per la vita di tanti cristiani. Un segno destinato a rimanere indelebile: monsignor Benito, infatti, lo scorso 23 agosto ha raggiunto la “casa” del Padre, lasciando tra Piscopio e il Nicaragua la sua memoria perpetua. A pochi giorni dalla sua dipartita, l’associazione “Piscopio tradizioni onlus”, presieduta da Carmela Valia, non può non ricordare il missionario, che dal piccolo centro del Vibonese ha diffuso nel mondo i valori del cattolicesimo. E’, per l’associazione, un imperativo morale consegnare alle future generazioni l’eredità lasciata da monsignor Benito, ripercorrendo la storia eccezionale della sua vita di servizio. “La comunità di Piscopio – afferma Carmela Valia – piange questo suo figlio, piange un uomo che, umilmente, ha compiuto una grande opera di evangelizzazione tra i popoli del Centro America”.

don benito pititto fotoL’opera missionaria. Il missionario ha compiuto la sua opera al servizio del Padre per ben 52 anni in Nicaragua, a Managua. Nato a Piscopio il 26 febbraio 1933, è venuto a mancare martedì. “Si assentò dal Nicaragua – ricorda l’associazione – solamente dal 1984 al 1986, rientrando a Roma grazie all’intervento della Santa Sede, quando, nel suo primo periodo come presidente, Daniel Ortega lo espulse insieme ad altri nove prelati, dopo averlo sottoposto a indicibili torture fisiche”. Ma spinto dal desiderio di aiutare il prossimo decise di tornare nella sua seconda patria, per i poveri, per i quali fondò “la scuola degli ultimi”: il liceo Benito Pititto La Bella. “Nel 2013 – raccontano ancora – ricevette dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’onorificenza di Ufficiale della Stella d’Italia e nel 2014 alla presenza dei cardinali Leopoldo Brenes, Miguel Obando Bravo e dell’ambasciatore italiano, il ministro del Governo Ana Isabel Ortega lo insignì della cittadinanza nicaraguense”. Il suo commento, all’epoca, fu un pensiero commosso: “E’ con molto orgoglio e gratitudine – disse monsignor Benito – che ricevo la cittadinanza nicaraguense. Legato a questa terra mi sento parte di questo popolo. Da quando sono sceso la prima volta dall’aereo, questa terra è nel mio cuore”. Prelato d’onore del Papa, fu giudicato vicario del Tribunale ecclesiastico metropolitano di Managua.

don benito pititto

Il commiato: da Piscopio al Nicaragua. La notizia della dipartita di monsignor Benito ha fatto il giro del mondo. Il quotidiano “La prensa” di lui ha scritto: “Molto amato dal popolo cattolico in Nicaragua per il quale mostrò sempre grande umanità e solidarietà”. Anche l’Arcidiocesi di Managua ha ricordato il missionario: “Di origine italiana e dopo 52 anni di peregrinare al servizio del Signore in questa terra, non c’è più. Fu molto amato e rispettato per il suo intenso lavoro, carismatico, si dedicò alla vita pastorale per il popolo di Dio. Tante generazioni hanno lavorato e partecipato alla vita missionaria di Padre Benito attraverso momenti di allegria, di sofferenza e di dolore, di sogni e di preghiera. Il suo corpo sarà esposto due giorni e, dopo le esequie, sepolto a Sabana Grande”. Ma è nella sua Piscopio che si sente oggi un grande vuoto. “Piscopio – commentano dall’associazione a sua memoria – lo ricorderà per sempre. Riposa in pace monsignor Benito”.

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