Politica

#FOCUS | Emergenza migranti, l’accoglienza è un business milionario per coop e associazioni

migranti-reggio-calabria-16-maggio-2014_5.jpg

Nel solo Vibonese il volume d’affari che si nasconde dietro la corsa alla solidarietà è di 25 mila euro al giorno e di circa 800 mila euro al mese

di MIMMO FAMULARO

Un affare milionario dietro un’emergenza umanitaria. E’ il business che si nasconde dietro l’accoglienza dei migranti. Una pioggia di euro che da più latitudini finisce nelle sempre più floride casse delle cooperative e delle associazioni onlus convenzionate con la Prefettura o con gli enti locali che gestiscono l’assistenza dei profughi scappati dai paesi dell’Africa subsahariana e sbarcati nei porti calabresi. Rifugiati e richiedenti asilo che trovano ospitalità nelle varie strutture sparse su tutto il territorio regionale.

Più disperati, più ricavi. Dietro la corsa alla solidarietà si nasconde un volume d’affari che nel solo Vibonese è di oltre i 25mila euro al giorno e di circa 800mila euro al mese. A dettare il costo dell’accoglienza è il piano nazionale per la sicurezza gestito dal Viminale attraverso fondi speciali finanziati dall’Unione Europea e finalizzati all’impatto migratorio. Fondi che si traducono in diarie di 36 euro (Iva compresa) per ogni immigrato (al quale dovrebbe andare anche un pocket-money di 2 euro e 50 centesimi al giorno per spese personali). Per i minori non accompagnati lo Stato paga di più in considerazione della particolare assistenza che dovrebbe essere loro garantita. In questo caso la diaria schizza a quota 45 euro. Soldi che finiscono nelle casse delle cooperative e dell’associazioni che gestiscono le strutture d’accoglienza di primo livello e che a questi poveri disperati forniscono un alloggio, dei pasti caldi, vestiti e spese sanitarie, oltre a cercare di favorire l’integrazione sociale e, soprattutto, condizioni di vita decenti. Chiara l’equazione: più ospiti, più ricavi.

Dall’emergenza al profitto. In provincia di Vibo sono quasi 600 i migranti che soggiornano nelle strutture accreditate dislocate tra la costa e l’entroterra seguendo il canale “emergenza-Prefettura”. Per entrare nel business bisogna comunque aggiudicarsi le gare bandite dal Viminale che registrano ribassi fino al 30% su base d’asta. I costi ci sono, ma i ricavi sono comunque assicurati e a pagare (più o meno puntualmente) è il Ministero dell’Interno. Ogni migrante è quindi un affare. Più a lungo resta, meglio è.