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IL PRECEDENTE | “Quella notte del 13 maggio 2004 …”, quando la Callipo conquistò la Serie A1

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Da 0-2 a 3-2 contro Bolzano nella finale playoff: l’ex tecnico giallorosso Daniele Ricci rivive le emozioni vissute nel vecchio palazzetto dello sport di viale della Pace

di MIMMO FAMULARO

C’è una data impressa nella storia della pallavolo e di quella della Tonno Callipo: giovedì 13 maggio 2004. Quella notte nel vecchio e vetusto palazzetto dello sport di viale della Pace cadeva un muro e si realizzava un sogno. Per la prima volta un club calabrese approdava in Serie A1 che, almeno a quei tempi, era il principale campionato del volley mondiale. Un miracolo sportivo realizzato nel cuore della provincia più povera d’Italia e della Calabria.

daniele ricciMitici. Un capolavoro firmato da un gruppo di giocatori guidati da Daniele Ricci, il tecnico del mitico Messaggero Ravenna, sbarcato a Vibo Valentia per trasformare in realtà i sogni del presidente Pippo Callipo. Era la squadra dell’altro De Giorgi, Michele, detto il “mago”, ma anche di Fosco Cicola e Totò Ferraro, dei brasiliani Axè e Kirchhein, di Spada, Berardi e di “The wall” Tomasello. Il suo muro su Marcelo Negrao vale a Vibo quanto l’urlo mundial di Marco Tardelli. Con quel muro la Callipo riuscì a battere al tie-break ed in rimonta Bolzano vincendo i playoff e conquistando la Serie A. Un sogno trasformato in realtà nel mezzo di un incubo perché quelle notte i giallorossi si ritrovarono sotto di due set nella gara decisiva per la promozione.

tonno callipo palapace“Quella notte del 13 maggio 2004 …”. Dodici anni dopo quell’impresa e alla vigilia di un’altra serata storica, l’allenatore del primo, straordinario salto in A1, Daniele Ricci racconta: “In quella partita eravamo attanagliati dalla pressione e i nostri avversari ne approfittarono subito vincendo i primi due set. A quel punto radunai tutti i giocatori e ci trasferimmo negli spogliatoi. Dissi loro che era necessario scrollarsi di dosso tutte le paure e tornare a giocare come sapevamo. Tornammo in campo e la partita cambiò completamente. Ricordo l’ingresso di Berardi, la rimonta, un tie-break giocato punto su punto ed il muro di Tomasello. Ho avuto la fortuna di vincere tanto in carriera, ma questo è stato il successo più esaltante perché con noi ha vinto un’intera città ed un’intera regione”.
Quella notte il vecchio Palapace debordava di tifosi. Più di duemila in una struttura che a malapena poteva contenerne 1500. “A dodici anni di distanza – dice Ricci – sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di quella squadra e felice di aver trasmesso tutta quella gioia ad un pubblico di tifosi sempre calorosi e già allora molto competenti”.

L’inizio di un ciclo. Quella notte si apriva un ciclo con la Tonno Callipo destinata a vincere e a stupire anche in Serie A1. “Costruimmo in maniera oculata – ricorda Ricci – una squadra composta da giocatori che a Vibo non sono certamente giunti per svernare: Rosalba, Sottile, Priddy, Pampel. Tutta gente motivata che proseguirono la favola e regalarono nuove esaltanti vittorie con la finale di Coppa Italia e i playoff”.

Dal passato al presente. Il tecnico ravennate fa il tifo per la Tonno Callipo che spera di rivedere nuovamente nel massimo campionato italiano di pallavolo. “E’ una squadra costruita – spiega – piuttosto bene con un regista, Pinelli, che è stato un mio carissimo giocatore ai tempi di Segrate. Avrei voluto portarlo con me a Corigliano lo scorso anno, ma le nostre strade non si incrociarono e alla fine andò a Matera da Vincenzo Mastrangelo”. Dodici anni dopo, un’altra Callipo prova a riscrivere la storia della pallavolo calabrese. Per Daniele Ricci tutto ciò ha un nome ed un cognome, Pippo Callipo. “Credo che l’intero movimento, italiano e calabrese, debba ringraziare quest’imprenditore che da anni fa sacrifici e mette energie preziose a disposizione del volley. Per me Callipo sta alla Calabria come Benetton a Treviso e la Lube a Macerata”.

(Foto di Giuseppe Pipita)

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